Rivedere le regole sul Green pass, varare misure più severe per i non vaccinati e spingere sulla terza dose. Le Regioni in preda all’incubo chiusure insistono sulla necessità di un cambio di passo e chiedono un incontro con il governo per arginare l’aumento dei contagi, salvare il Natale ed evitare una zona gialla, arancione o rossa per tutti.

Un incontro che potrebbe arrivare già lunedì, ma la linea di Palazzo Chigi per il momento non cambio. Sul tavolo solo l’obbligo della terza dose al personale sanitario e la riduzione della durata del certificato verde, da 12 a 9 mesi.

Al momento “il lockdown per i no vax non è oggetto di decisione”, conferma Luigi Di Maio.

Ma c’è una linea, che è emersa nei giorni scorsi dall’opinione di alcuni virologi ed è stata sposata da alcuni governatori. E’ quella del “super green pass” valido per i soli vaccinati e guariti, che dovrebbe servire per andare in ristoranti, bar, cinema, teatri, musei, stadi. Resterebbe quello attuale, ottenibile anche con il tampone, per poter lavorare e per i servizi essenziali.

Il modello “2G” che sta per adottare la Germania, e che ha già adottato l’Austria.

Servirebbe per evitare di veder scattare la zona arancione a ridosso del Natale, che è il vero incubo delle Regioni, “preoccupate per il peggioramento della curva e per la ricaduta che questo potrebbe avere sulle attività sociali e sulla ripresa economica”, come afferma il presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga.

In Sicilia Musumeci prova a correre ai ripari con misure locali, obbligo di mascherina all’aperto e tampone a chiunque arrivi da Germania e Gran Bretagna.

I DATI – Il governo frena, perché i dati – confrontati con quelli di un anno fa – parlano chiaro. Allora c’erano 34.282 casi e 753 morti, oggi 10.638 contagi e 69 vittime. Un anno fa c’erano 3.670 pazienti in terapia intensiva e 33.504 ricoveri nei reparti ordinari, oggi rispettivamente 503 e 4.088.

Numeri che per il momento non impongono nuove chiusure e sconsigliano di inasprire ulteriormente la tensione con i quasi 7 milioni di persone non vaccinate. Ma è ovvio, come ribadiscono diversi esponenti di governo – da Gelmini a Brunetta – che se misure più rigorose dovessero rendersi necessarie i non vaccinati le dovranno subire di più rispetto ai vaccinati.

Non la pensa così Salvini, contrario alle misure contro i no vax perché “il tampone è il mezzo più sicuro”.

(Unioneonline/L)

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