Il piccolo Eitan, bimbo di sei anni unico a salvarsi dalla tragedia della funivia del Mottarone, è stato rapito dal nonno materno Shmuel Peleg che con un vero e proprio blitz nel corso di una visita concessa è riuscito a portarlo con sé in Israele.

La Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona, iscrivendo nel registro degli indagati Peleg. L’uomo, oltre a non portare il piccolo nella casa di Travacò Siccomario (Pavia) della zia paterna, nominata tutrice legale dai giudici, è tornato in Israele a bordo di un volo privato per consegnarlo al ramo materno della famiglia.

"Mossa unilaterale gravissima”, ha detto la zia Aya Biran, sorella del padre del bambino, morto così come la madre, il fratellino e i bisnonni.

L’uomo potrebbe anche essere accusato di “sottrazione internazionale di minori” con conseguente emissione di mandato di cattura. La Polizia indaga anche su coloro che lo avrebbero aiutato a mettere in atto il piano.

La zia paterna ricorda anche che Peleg “è stato condannato in Israele per maltrattamenti nei confronti della ex moglie in tre gradi di giudizio”.

Il piccolo Eitan dunque, dopo tutto quello che gli è successo, è al centro di una partita delicatissima che ha sullo sfondo anche interessi economici. Eppure “ha solo diritto a una vita il più possibile normale”, osserva la zia, sottolineando che “Pavia è casa sua”.

"Abbiamo agito per il bene di Eitan", ha detto, invece, Gali Peleg, la zia materna che già nei mesi scorsi aveva rivendicato il fatto che il bimbo dovesse vivere con lei. E ha raccontato persino che "Eitan ha urlato di emozione quando ci ha visto ed ha detto 'finalmente sono in Israele'".

Il dato di fatto è che il Trobinale di Torino prima quello di Pavia poi hanno confermato la tutela legale in capo alla zia paterna, in vista del procedimento sull’affidamento. Quello pavese aveva anche ordinato alla famiglia Peleg di consegnare entro il 30 agosto ad Aya il passaporto israeliano del bimbo che era in possesso, per motivi non chiari, del nonno materno.

La zia paterna Aya Biran (Ansa)
La zia paterna Aya Biran (Ansa)
La zia paterna Aya Biran (Ansa)

Con quel passaporto Peleg è riuscito a passare i controlli e a partire col piccolo. Era andato a prenderlo a casa alle 11.30, era una visita concessa: "Hanno parcheggiato lontano", ha spiegato Aya. Con lui probabilmente c'era la nuova moglie. Eitan era contento, ha raccontato la zia, perché sapeva che sarebbe andato a comprare "un giocattolo". Dovevano rientrare alle 18.30, ma dopo inutili tentativi di chiamate ad Aya è arrivato solo un messaggio: "Eitan è tornato a casa". Ora, ha detto la donna in lacrime, "il suo letto è vuoto, Pavia è la sua città, lui è un cittadino italiano". Da riportare a casa. Domani avrebbe dovuto iniziare le elementari all'Istituto Canossiane.

(Unioneonline/L)

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