Nella Chiesa sarda quasi nessuno si sbilancia nell'interpretare quanto accaduto nei giorni scorsi, quando Papa Francesco ha incontrato il cardinale Angelo Becciu e di fatto ha interrotto il loro rapporto fiduciario.

È stato lo stesso religioso originario di Pattada a raccontare quel terribile momento: è andato dal pontefice, con il quale aveva appuntamento per alcune cause di beatificazione e canonizzazione. Non aveva avuto alcun sentore sull'"uragano" che lo avrebbe travolto. Ma davanti a sé ha trovato un uomo "profondamente in imbarazzo" per la situazione, con Bergoglio che ha fatto riferimento all'uso non consono di fondi della Segreteria di Stato. Affermazioni che poi si sono tradotte nelle dimissioni, presentate e accettate, da parte di Becciu.

Nella conferenza stampa indetta il giorno successivo, il cardinale ha continuato a parlare di un "equivoco", di una "montatura" e anche di una "congiura" nei suoi confronti. E tra le prime dichiarazioni è arrivata quella della diocesi di Ozieri che, in una nota firmata dal vescovo Corrado Melis, ha sottolineato come non ci sia mai stata, neanche lontanamente, la percezione di "intenzioni o finalità indebite da parte della Cooperativa Spes", la onlus amministrata da Tonino, il fratello del prelato, destinataria della somma di 100mila euro provenienti dalla Segreteria di Stato vaticana e risalenti al 2017. E sempre Melis ha ricevuto tantissimi messaggi diretti a Becciu, tutti pieni di solidarietà, stima, vicinanza e affetto.

Che fine farà Becciu? Per ora è ancora nel suo appartamento in Vaticano ma la situazione potrebbe cambiare a breve.

(Unioneonline)

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