“Ho lottato per tenerlo stretto a me dopo aver abbandonato la mia macchina. Ma c’era quella forza sovrumana, quell’acqua che ci ha travolti trascinandoci verso il basso e che me l’ha strappato via dal petto”.

Con queste parole cariche di dolore Silvia Mereu, la farmacista di origine sarda investita assieme al suo figlioletto di 8 anni dalla tremenda piena del torrente Nevola, ingrossato dopo l’inferno d’acqua abbattutosi sulle Marche, ha raccontato i drammatici momenti vissuti la sera di giovedì scorso. 

Le sue parole sono riportate da Repubblica. E suscitano immensa commozione.

La donna – figlia di emigrati sardi di Urzulei – è ancora ricoverata all’ospedale di Senigallia, dove è stata condotta dopo essere stata soccorsa. 

La piena l’ha trascinata per oltre un chilometro, ma la donna è riuscita a trovare un appiglio ed è stata poi soccorsa. Il piccolo, invece, non è riuscito a resistere alla furia di acqua e fango e risulta disperso. 

(Unioneonline/l.f.)

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