Per oltre 7 minuti, «tra le 3.52 e le 3.59» del mattino di mercoledì scorso, Cubaa Bilel, tunisino di 28 anni, avrebbe soffocato con una "stretta a modo di tenaglia" al collo Yuri Urizio, il 23enne italiano morto oggi in ospedale dopo due giorni di agonia, senza che lui in quei minuti potesse reagire, se non con «un movimento delle gambe» sempre «più debole».

È quanto risulta da una testimonianza e dalle immagini delle telecamere della zona, come riportato nell'ordinanza del gip di Milano Angela Minerva, che ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per Bilel,  finito a San Vittore per aver aggredito Urizio in zona Darsena, a Milano. 

La misura cautelare, al momento, è per tentato omicidio, ma ovviamente nei prossimi giorni, dopo un'altra richiesta della Procura, ne verrà emessa una nuova per omicidio. Si dovrà valutare se nella forma volontaria o preterintenzionale.

Sempre stando all'ordinanza, il giovane avrebbe liberato la «vittima dalla sua presa» solo quando è arrivata una volante della Polizia. Tra l'altro, nel provvedimento si legge ancora che «allo stato» la versione fornita dal 28enne nell'interrogatorio, ossia l'aver difeso una ragazza da una rapina, sembra smentita «dalle dichiarazioni del testimone e dalle riprese video». Anche se sul punto andranno avanti le indagini.

Yuri, come ha raccontato un amico alla stampa locale, aveva lavorato nella stagione turistica appena chiusa in Sardegna, a Santa Teresa Gallura. In questi giorni si stava riposando. Ma l’Isola «era il suo luogo del cuore, in particolare Porto Pollo».

(Unioneonline)

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