Va avanti il processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato: il Tribunale vaticano ha respinto oggi tutte le eccezioni difensive.

La prossima udienza è stata fissata al 17 marzo, giorno in cui sarà anche interrogato il cardinale Angelo Becciu: dovrà rispondere dell'accusa dei fondi che sarebbero stati inviati in Sardegna alla diocesi di Ozieri e alla Cooperativa Spes.

"Finalmente arriva l'ora di dire la verità. Bene. Inizia il dibattimento e così... E' da sette mesi che aspettavo. E adesso posso parlare, sono contento", ha commentato Becciu.

MAROGNA E IL “SEGRETO NATO” – Al termine dell'udienza odierna, la nona, dopo aver rigettato con un'ordinanza tutte le eccezioni difensive di "nullità" della citazione e giudizio, il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, ha chiesto alle difese quali imputati davano la propria disponibilità ad essere interrogati nel corso delle prossime udienze.

Il difensore di Cecilia Marogna, Fiorino Ruggio, ha opposto un presunto "segreto Nato" . "La mia assistita - ha riferito il legale - ha scritto alla Segreteria di Stato vaticana, allo Stato italiano e alla Nato, sollevando il proprio obbligo alla segretezza". “Posso scrivere eventualmente alla Segreteria di Stato per chiedere chiarimenti, ma alla Nato certo, per le mie competenze, non posso scrivere", la replica di Pignatone che, pensando alla guerra in corso in Ucraina, ha aggiunto: "La ritengo ora in altre faccende affaccendata".

"Se l'obbligo di segretezza non viene sciolto dalla Nato, il problema rimane. Anche perché la mia assistita teme per la propria incolumità", ha continuato Ruggio. 

Il 29 luglio scorso, comunque, sulla questione era intervenuta con una nota la Presidenza del Consiglio dei ministri, riferendo che "in merito al procedimento penale in corso presso gli Organi di giustizia vaticani che vede interessata la Signora Cecilia Marogna si precisa che non esiste alcun obbligo di segretezza che limiti l'esercizio dei suoi diritti processuali". 

(Unioneonline/D)

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