«Quella dell'appartamento di Montecarlo è stata la vicenda più dolorosa per me, sono stato ingannato da Giancarlo Tulliani e dalla sorella Elisabetta».

L’ex presidente della Camera Gianfranco Fini lo ha detto in Aula al processo a Roma che lo vede imputato per riciclaggio, tra gli altri, assieme alla compagna, al fratello di lei e al padre Sergio Tulliani.
Il procedimento riguarda anche la compravendita dell’appartamento di Montecarlo: una casa di circa 70 metri quadri, parte dell’eredità di una contessa, Anna Maria Colleoni, lasciata nel 1999 ad Alleanza Nazionale.

«Insistettero perché mettessi in vendita l'immobile», ha ricostruito Fini. L’appartamento fu dunque comprato da una misteriosa so­cietà off shore (dietro cui ci sarebbero stati i Tulliani) per circa 300mila euro, un prezzo stracciato rispetto al reale valore che superava il milione di euro. 

Secondo i pm la casa sarebbe stata acquistata tramite un’operazione piuttosto fumosa e grazie al denaro del «re delle slot» Francesco Corallo. L’ex leader di An, davanti ai giudici della quarta sezione collegiale, ha raccontato che «Giancarlo mi disse che una società era interessata ad acquistarlo ma non sapevo che della società facevano parte lui e la sorella: la sua slealtà e la volontà di ingannare e raggirare credo si sia dimostrata in tutta una serie di occasioni».

Non solo: lo stesso appartamento è stato poi rivenduto a un milione e 360mila euro. Solo nel dicembre 2010, ha detto Fini, ha scoperto che il proprietario della casa era diventato Tulliani «e ho interrotto i rapporti con lui. Anche il comportamento di Elisabetta mi ha ferito: ho scoperto solo dagli atti del processo che lei era comproprietaria dell'appartamento e poi appresi anche che il fratello le bonificò una parte di quanto ricavato dalla vendita. Tutti fatti che prima non conoscevo».

Tra le persone finite a processo l'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Laboccetta: «Sono stato coinvolto in questo processo in seguito a decine di dichiarazioni false fatte da Labocetta – ha detto Fini – per un astio politico, nei miei confronti, che era ben noto. Il 2010 era l'anno del mio scontro con Silvio Berlusconi, il clima era diventato incandescente e agli occhi di molti ero un bersaglio da colpire».

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata