Eredità di Alberto Sordi, assolti tutti gli imputati: "Il fatto non sussiste"
Erano accusati di ricettazione e circonvenzione di incapace. Gongola la fondazione che porta il nome dell'attore: "Vuol dire che il testamento è valido"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono stati assolti i nove imputati nel processo sull'eredità di Alberto Sordi.
Arturo Artadi, ex autista dell'attore, e altre otto persone erano accusati di circonvenzione di incapace e ricettazione per la vicenda legata al patrimonio del comico, morto nel 2003, e di sua sorella Aurelia, morta a 97 anni nel 2014 dopo anni di demenza senile durante i quali, secondo l'accusa sarebbe stata raggirata dai suoi collaboratori con l'aiuto di due avvocati e di un notaio.
Il pm Eugenio albamonte aveva chiesto la condanna a 4 anni per il notaio Gabriele Sciumbata e per l'avvocato Francesca Piccolella, 3 anni e 5 mesi per l'autista, due anni per l'avvocato Carlo Farina. Per gli altri imputati, personale di servizio a casa Sordi, erano state chieste condanne per due anni e mezzo.
Il processo sul presunto raggiro è iniziato in seguito alla denuncia presentata da una banca, che aveva notato movimenti sospetti sui conti correnti della sorella di Alberto Sordi. Il patrimonio dell'attore, qualche decina di milioni di euro, ha dato il via, dopo la morte della sorella Aurelia che non aveva eredi diretti, a un lungo contenzioso tra alcuni familiari esclusi dall'eredità e la Fondazione che porta il nome dell'attore romano.
Secondo la sentenza odierna "il fatto non sussiste", dunque non c'è stato alcun raggiro nei confronti di Aurelia Sordi. "Questo sancisce ancora una volta che il testamento è valido", puntualizza la legale della Fondazione Sordi che, stando a quanto scritto nel testamento, deve ricevere il patrimonio in questione.
I giudici hanno anche disposto la restituzione di tutti i beni sequestrati agli imputati nel corso del processo.
(Unioneonline/L)