Chiudere definitivamente gli allevamenti di animali da pelliccia e aiutare le aziende del settore a riconvertirsi per continuare a dare comunque un futuro ai loro lavoratori.

Lo ha chiesto al premier Giuseppe Conte Elisabetta Canalis, da sempre paladina delle battaglie animaliste, rilanciando sui social una campagna promossa dall’associazione Peta.

Una lettera aperta della showgirl sarda è stata recapitata ieri a Palazzo Chigi.

La presenza di coronavirus negli allevamenti di visoni in diversi Paesi europei ha già indotto diversi governi, tra cui quello italiano, a sospendere temporaneamente le attività delle aziende del settore.

La Danimarca — ricorda Peta — si è trovata costretta ad abbattere 17 milioni di animali che si trovavano negli allevamenti del suo territorio dopo la scoperta di una nuova mutazione del virus,trasmessa poi ai lavoratori, e che il coronavirus è stato trovato anche in allevamenti di animali da pelliccia in Grecia, Lituania, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Stati Uniti.

L'appello a Conte mette in evidenza come alcuni Paesi europei abbiano già preso la decisione di vietare gli allevamenti di animali da pelliccia e sottolinea che "finché saranno autorizzati a restare aperti, gli allevamenti di animali da pelliccia costituiranno un rischio per la salute pubblica" perché "vengono tenuti in gabbie una accanto all’altra e persino una sopra l’altra negli allevamenti di questo tipo, le loro deiezioni e il sangue possono facilmente contaminare le gabbie adiacenti e potenzialmente diffondere malattie infettive".

"Questo è anche un problema di ordine morale — scrive ancora Canalis nella lettera al premier —. Negli allevamenti di animali da pelliccia, in Italia e altrove, i visoni sono ammassati in gabbie piccolissime, di rete metallica, che taglia le loro zampe. Non hanno accesso all’erba per farsi un giaciglio e neppure all’acqua per nuotare. Molti di loro lentamente impazziscono e arrivano ad automutilarsi come conseguenza dello stress derivante da questa reclusione permanente, prima di essere uccisi in modo violento. I visoni vengono spesso abbattuti con il gas, un metodo sempre inumano, ma in particolare per i visoni che, essendo animali semi-acquatici, hanno la capacità di trattenere a lungo il respiro e pertanto soffrono atrocemente".

(Unioneonline/F)
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