Ci sono anche due sardi tra i 30 nuovi Alfieri della Repubblica che hanno ricevuto l’Attestato d’onore dal Presidente Sergio Mattarella.

A Viola Bandinu, classe 2006, e residente a Olbia è stato riconosciuto «il maturo impegno con cui partecipa come volontaria a progetti e attività di doposcuola per i ragazzi più giovani. La sua capacità di ascolto e di accoglienza dei più vulnerabili le ha permesso anche di diventare un esempio per altri volontari», si legge nel comunicato pubblicato sul sito del Quirinale. «Giovane volontaria della Croce Rossa Italiana – continua la nota –  Viola ha deciso di impegnarsi con energia e curiosità in numerose attività sociali. Ha partecipato attivamente ai progetti di doposcuola rivolti ai ragazzi più piccoli. Durante la pandemia, nell’ambito dell’iniziativa della Croce Rossa “Il Tempo della gentilezza”, Viola si è occupata della consegna di pacchi alimentari e buoni spesa a quanti si trovavano in condizioni di maggiore vulnerabilità. Grazie a una spiccata capacità di ascolto e alle sue doti comunicative è diventata, in breve tempo e nonostante la giovane età, un punto di riferimento nello stesso team dei volontari».

Insieme alla giovane olbiese è stato premiato il ventenne Simone Rovere Meloni di Uras. A lui è andato l’Attestato «per il coraggio e la perseveranza con cui ha reagito alla perdita di parte del suo gregge in seguito a una drammatica alluvione. La solidarietà ricevuta gli ha dato la forza per rialzarsi e per continuare a fare il lavoro che aveva scelto per il suo futuro. Il ragazzo, a fine novembre del 2021, dopo una notte di pioggia incessante, ha visto annegare nel fango più della metà del suo gregge di pecore. Grazie all'appello della Caritas di Ales-Terralba sono stati raccolti i fondi che gli hanno consentito di riprendere la sua attività».

La selezione tra tanti meritevoli, spiegano dal Quirinale, «è stata orientata a valorizzare comportamenti e azioni solidali, ora nell'ambito di un'accoglienza a ragazzi ucraini in fuga dalla guerra, ora attraverso altri gesti di amicizia, cooperazione, inclusione affinché le diversità non diventino mai barriere. I testimoni scelti non costituiscono esempi di azioni rare, ma sono emblematici di comportamenti diffusi tra i giovani, che illustrano un mosaico di virtù civiche di cui, per fortuna, le nostre comunità sono ricche. Le storie degli Alfieri della Repubblica possono anche essere viste, dunque, come la punta di un grande iceberg che rappresenta, in ogni territorio, la vita quotidiana dei giovani».

(Unioneonline/v.f.)

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