Si è chiuso il processo di secondo grado per la morte di Desirée Mariottini. La Corte d'Assise d'appello di Roma ha confermato le condanne per i quattro imputati, Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe accusati, a vario titolo, di omicidio, violenza sessuale e spaccio. Gara e Salia sono stati condannati all'ergastolo, Chima a 27 anni e Minthe a 24 e mezzo.

La ragazza, originaria di Cisterna di Latina, è morta il 19 ottobre del 2018, per mano dei quattro condannati, dopo essere stata drogata e violentata.  Il suo corpo era stato trovato senza vita in un immobile abbandonato nel quartiere San Lorenzo a Roma.

Stando alle indagini, gli imputati avevano dato alla ragazza, che era in crisi di astinenza, un potente mix di sostanze, assicurandole che si trattasse di metadone. La miscela però conteneva psicotropi che hanno determinato la perdita "della sua capacità di reazione" consentendo agli indagati di poter mettere in atto lo stupro.

«Speravo nella conferma delle condanne. Sono quattro mostri e devono stare dietro le sbarre. Questa sentenza mi dà un solo po' di pace dopo tanto dolore, ma il dolore ci sarà sempre e nessuno mi ridarà mai mia figlia», dice Barbara, la madre di Desiree Mariottini. Le parole della donna arrivano dopo la sentenza dei giudici d’appello che hanno confermato le pene nei confronti dei quattro imputati.

(Unioneonline/v.f.)

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