Le Regioni potrebbero truccare i dati per evitare le chiusure. L'accusa, lanciata ai microfoni della trasmissione di RaiTre Agorà, è di Andrea Crisanti.

"Se un presidente pensa che il successo politico si dimostri non chiudendo la propria regione ci sono mille modi, non dico per truccare i dati, ma per aggiustarli, così da stare sotto soglia", afferma il microbiologo. "Ad esempio "basta non ricoverare al momento giusto e mandare a casa persone che sono borderline".

Nel nuovo Dpcm, continua Crisanti, "mi pare manchi un automatismo preciso per cui a una determinata Regione vengano imposte le chiusure". Sui 21 criteri, continua, "mi pare che quelli fondamentali riguardino il riempimento dei posti in ospedale, ma non vorrei che un provvedimento simile inducesse le Regioni a non essere trasparenti, si tratta di dati facilmente manipolabili, e per qualche settimana si potrebbe decidere di ricoverare il meno possibile sulla pelle dei pazienti".

L'esperto mette anche in guardia rispetto a una possibile terza ondata di febbraio: "Senza un sistema di tracciamento arriverebbe una terza ondata, bisogna avere un piano a riguardo".

Quanto alle misure nazionali, Crisanti è d'accordo con la chiusura dopo le 18 di bar e ristoranti, mentre "il coprifuoco alle 21 mi pare inutile e sembra solo demagogia, dato che è già tutto chiuso". "Ha senso invece limitare orari di negozi e centri commerciali, così come i mezzi pubblici, anche se mi domando: chi controlla che viaggino pieni al 50 per cento?".

Quanto alla didattica a distanza: "Aumenta le differenze sociali, ma è chiaro che se si apre la scuola senza educare i ragazzi all'uso della mascherina e con i trasporti affollati come li abbiamo visti, ci sono una serie di contraddizioni e incoerenze che i ragazzi percepiscono. Per elementari e medie dovremmo cercare di mantenere l'attività didattica in presenza".

(Unioneonline/L)
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