Presto per dire quinta ondata, ma l’aumento dei casi c’è, seppur concentrato in alcune aree del Paese. I dati sono troppo eterogenei tra le Regioni per poter emettere una sentenza sull’attuale situazione: l’incidenza è più alta al centro-sud, in particolare in Umbria, Puglia, Calabria, Marche, Basilicata, Lazio, Abruzzo e Toscana. Va meglio al Nord e in particolare in tre Regioni – Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna – che da sole fanno 20 milioni di abitanti. 

Il tutto nonostante proprio al Nord sia più alta la prevalenza di Omicron 2 (68%, contro il 32% del Sud).

Questa l'analisi del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che ha fatto il punto sull'andamento dell' epidemia nel nostro Paese evidenziando anche, con l'incremento dei casi, "segnali iniziali d'impatto, seppur limitato, sugli ospedali".

Il tutto in vista dell'imminente allentamento delle misure. "Sino a quando la circolazione del virus rimarrà così elevata - dice Cartabellotta - ritengo una follia abolire l'obbligo della mascherina al chiuso", in vigore fino al prossimo 30 aprile. Dello stesso avviso il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi, per il quale andrebbe tenuta "almeno fino a giugno".

I nuovi dati settimanali registrano, fra il 13 e il 19 marzo, oltre 477mila casi rispetto ai poco meno di 332mila della settimana precedente: un incremento del 30,2% che riguarda "tutte le fasce di età con una maggior risalita nelle fasce più giovani: in particolare 10-19 anni e a seguire 0-9 anni".

Diverse le cause dell'aumento di casi: rilassamento della popolazione e allentamento delle misure, progressiva diffusione della più contagiosa Omicron 2, calo della protezione vaccinale sul contagio, persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso.

Il bollettino? Le Regioni chiedono di renderlo settimanale ma per Cartabellotta va mantenuto così com’è. Toglierlo, dice "sarebbe un atto di ingiustificata censura".

(Unioneonline/L)

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