Covid, dopo il 31 marzo mascherine al chiuso e Green pass ancora obbligatori. Ipotesi quarta dose per tutti
Secondo il ministro della Salute Speranza “con 60mila casi al giorno” sarebbe “un errore” smantellare improvvisamente l’intero impianto di restrizioni. Quarta dose per i fragili dal primo marzo
Il prossimo 31 marzo, giorno in cui con ogni probabilità lo stato d’emergenza non verrà prorogato, non ci sarà un liberi tutti. Lo ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza: "Con 60mila casi al giorno”, ha detto, sarebbe “un errore" smantellare improvvisamente l’intero impianto di regole fissate ad oggi.
Da aprile in poi, dunque, continueremo a usare le mascherine al chiuso e ad accedere nella maggior parte dei locali pubblici con obbligo di Green pass.
Bisogna "tenere i piedi per terra”, ammonisce il titolare del dicastero della Salute sposando la linea della prudenza, perché “il Covid non prende l'aereo e va via il 31 marzo". Il Green pass "è stato ed è un pezzo fondamentale della nostra strategia" e "le mascherine al chiuso sono ancora importanti".
VERSO LA QUARTA DOSE - Intanto l’Aifa dà il via libera alla quarta dose ai circa tre milioni di immunocompromessi in Italia (dopo almeno 120 giorni dall’inoculazione della terza). “La mia indicazione è di partire il primo marzo, quindi sicuramente continueremo a tenere l'organizzazione che c'è ora in atto", ha detto il commissario straordinario per l'emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo, a margine di una visita all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
E Speranza apre la porta a un possibile, ulteriore richiamo del vaccino per tutti: “Dovremo valutare il richiamo per tutti dopo l'estate. È da considerare probabile, perché il virus - ribadisce ancora - non stringe la mano e se ne va per sempre".
Che i vaccini siano decisivi lo certifica anche il report esteso dell'Iss: per i non vaccinati il tasso di ricovero è 9 volte maggiore rispetto a chi ha avuto il booster e il tasso di mortalità è 19 volte più alto. Inoltre l'efficacia del vaccino in termini di riduzione del rischio, tra non vaccinati e tri-vaccinati, è del 64% nella prevenzione dell'infezione e del 93% per la malattia severa.
IL CALENDARIO – I primi passi verso una maggiore "normalità” saranno fatti il primo marzo con l'aumento della capienza negli stadi e nei palazzetti (75% e 60%); dal 10 marzo si potrà tornare a mangiare nei cinema e negli impianti sportivi e visitare i propri familiari ricoverati; il 15 giugno, infine, scade l'obbligo di vaccinazione per gli over50.
Rispetto ai trasporti, invece, una ipotesi è che su quelli a lunga percorrenza resti necessario il “rafforzato”, mentre sui mezzi locali possa bastare il base, già introdotto anche per gli spostamenti da e verso Sardegna e Sicilia.
Intanto la mappa a colori dell'Italia, da lunedì, cambierà ancora: tutto il Paese sarà giallo, tranne Umbria e Basilicata (bianche) e Friuli-Venezia Giulia (arancione).
(Unioneonline/D)