Condanna ad Appendino, i sindaci: "Rivedere le norme". Anche Truzzu firma l'appello
Dopo la condanna della prima cittadina di Torino per i fatti di piazza San Carlo arriva la presa di posizione Anci per cambiare le regole del Testo unico degli enti localiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Presa di posizione dei sindaci di quasi 1.200 Comuni italiani dopo la vicenda di Chiara Appendino, prima cittadina di Torino, condannata per i fatti di piazza San Carlo, dove nel 2017, nella calca innescatasi durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, morirono 3 persone e ne rimasero ferite quasi 1.700.
Il giudice ha inflitto ad Appendino e ad altre quattro persone un anno e sei mesi, nell'ambito di un'inchista per disastro, lesioni e omicidio colposo. Ma ora i primi cittadini chiedono che le norme vengano riscritte. E lo fanno sottoscrivendo un documento redatto dal presidente nazionale Anci Antonio Decaro, dove si sollecita appunto la revisione del Testo unico degli enti locali.
"Non chiediamo immunità o impunità, non dubitiamo del lavoro dei magistrati e rispettiamo il dolore dei parenti delle vittime. Ma domandiamo: possono i sindaci rispondere personalmente e penalmente di valutazioni non ascrivibili alle loro competenze? Possono condannati per aver fatto il loro lavoro?".
Tra i firmatari ci sono i sindaci di Roma, Milano, Firenze, Venezia e anche Paolo Truzzu, primo cittadino di Cagliari.
(Unioneonline/l.f.)