«Un attacco alla professione giornalistica; un modo ulteriore per mettere sotto stretto controllo l'informazione del servizio pubblico».

Il sindacato dei giornalisti Rai lancia l'allarme dopo aver letto una circolare dell'ad dell'azienda in cui si annunciano i commissari sui programmi giornalistici dei Generi, quelli «che realizzano alcuni tra i programmi televisivi più visti della tv pubblica». Con un documento diffuso ieri l'amministratore delegato «annuncia che il controllo editoriale sui programmi non è più dei Direttori di Genere o dei conduttori e autori dei programmi, ma viene affidato a delle non meglio precisate strutture editoriali» denuncia l'Usigrai che punta l'indice sul documento scritto «in termini ambigui e approssimativi. Non si capisce cosa siano queste nuove strutture, chi siano questi responsabili editoriali, in base a quali requisiti e competenze vengano scelti. A cosa servono e perché ora? Per controllare come richiesto da politici o, peggio, tv concorrenti, i pochi programmi che ancora fanno informazione? Per rispondere alle richieste di chi non tollera i giornalisti che fanno domande? Così si rischia di azzerare il lavoro che oltre 150 giornalisti da anni svolgono nei programmi di rete, ancora senza testata. Per metterlo alle dipendenze di un coordinatore amministrativo, in palese violazione della Legge sulla Stampa che prevede la presenza di una testata registrata, a garanzia dei principi di indipendenza della professione giornalistica».

L'opposizione in Parlamento appoggia la protesta del sindacato. Si tratta di «un evidente controllo su chi fa informazione nel servizio pubblico. A questo punto è assolutamente urgente che i dirigenti Rai siano convocati in commissione di Vigilanza per spiegare una scelta che suona come una minaccia della destra sull'azienda del servizio pubblico» attacca il senatore del Pd Francesco Verducci, membro della commissione di Vigilanza.

«Non pago della catastrofe degli ascolti dei programmi su cui ha già messo le mani, il governo Meloni ora pretende di controllare quelli che funzionano. Chiederemo, come Partito Democratico, di ascoltare i vertici di viale Mazzini in commissione di Vigilanza. Il declino del servizio pubblico lo pagheranno i cittadini. Non è accettabile. Fermatevi prima che sia troppo tardi», dichiara anche Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale Pd.

Questa circolare, concorda anche l'esponente M5S in commissione di vigilanza Rai Dolores Bevilacqua, «non può essere letta in altro modo se non come un tentativo di addomesticare le trasmissioni che rispondono esclusivamente al diritto/dovere di informare i cittadini».

(Unioneonline)

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