Un cesareo rinviato per mancanza di anestesisti e, nell'attesa, il feto muore.

Succede - almeno stando al racconto della gestante e del marito - nell'ospedale di Vibo Valentia, che finisce ancora una volta nell'occhio del ciclone.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha immediatamente inviato un'ispezione nella struttura.

IL RACCONTO - Una donna di 32 anni, alla 39esima settimana di gravidanza, si è presentata col marito nel reparto ostetricia e ginecologia per sottoporsi ad un tracciato. In quel momento la drammatica scoperta, il feto era morto.

Così è scattata la denuncia. Alla donna, durante un controllo effettuato il 26 settembre nel corso del quale non erano emerse anomalie, era stato detto che sarebbe stata chiamata a breve per il cesareo.

La mattina del 9 ottobre lei e il marito, ancora non richiamati, si presentavano in ospedale: è in quel momento che alla coppia sarebbe stato detto di tornare l'indomani, non si poteva procedere al cesareo per mancanza di anestesisti.

Poco dopo il feto è morto, e il marito della donna è andato in escandescenze, sferrando pugni e calci contro la porta e inveendo contro l'ostetrica e il personale del reparto.

Ci è voluto l'intervento della polizia per calmarlo. Ora tocca agli agenti verificare la veridicità del racconto dell'uomo.

Nel 2007 lo stesso nosocomio fu al centro di una drammatica vicenda, quando si verificò un blackout a causa del quale morì una 16enne, che in quel momento veniva sottoposta ad intervento chirurgico.

(Unioneonline/L)
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