Caso Moncalieri: quando i figli "inguaiano" i politici
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La storia della Repubblica, Prima o Seconda che sia, è costellata di casi di figli di politici finiti sotto i riflettori della cronaca, talvolta con conseguenze giudiziarie, ma comunque con effetti negativi sull'immagine dei loro padri illustri. Ultimo in ordine di tempo il caso di del figlio del consigliere del Partito Democratico Roberto De Pascali, coinvolto nell'aggressione all'atleta Daisy Osakue con un lancio di uova, che ha rischiato di comprometterne la partecipazione ai prossimi Europei di Berlino.
Con le dovute differenze, le "colpe" dei figli ricadono spesso sui genitori, specie se questi ricoprono cariche pubbliche, e talvolta la pubblica ammenda o la condanna dei pargoli non basta e si rende necessario il drastico passo indietro con l'abbandono della poltrona.
Ne sanno qualcosa Denis Verdini, Vincenzo De Luca, Maurizio Lupi, l'ex ministro Annamaria Cancellieri, e ancora Clemente Mastella, Antonio Di Pietro, Letizia Moratti, Umberto Bossi e anche l'intramontabile Ciriaco De Mita: padri e madri obbligati a fare i conti con i "guai" dei propri figli.
IL SUV DI TOMMASO VERDINI, GLI "AMICI" DI CRISTIANO DI PIETRO E GLI AUTOVELOX DI PELLEGRINO MASTELLA - Si va dalla denuncia per furto aggravato a Tommaso Verdini per aver tolto le ganasce alla propria auto bloccata dai vigili di Firenze ed esser ripartito come se niente fosse per una serata tra amici; ai guai giudiziari finiti con l'archiviazione di Cristiano Di Pietro e Pellegrino Mastella, figli del magistrato di Mani Pulite il primo, e del politico Clemente Mastella, il secondo: accusati rispettivamente di aver fatto pressioni al provveditore delle Opere Pubbiche campane per ottenere incarichi per "amici", e di esser stato coinvolto in una storia di appalti legati agli autovelox e nell'acquisto irregolare di un'auto.
LA GEA DI GIUSEPPE DE MITA E LA FONSAI DI PIERGIORGIO PELUSO - Più complessa, ma comunque archiviata, la vicenda di Giuseppe De Mita, figlio dello storico esponente DC Ciriaco, finito nell'inchiesta su Calciopoli e sulla società Gea, di cui era fondatore insieme ad altri figli "illustri". E ancora più delicata la posizione in cui si è trovata Annamaria Cancellieri quando era ministro della Giustizia, per via del coinvolgimento del figlio Piergiorgio Peluso nell'inchiesta sul crac di Fonsai e della holding Imco, che ha travolto la famiglia Ligresti.
IL ROLEX DI LUCA LUPI E LA BATCASA DI GABRIELE MORATTI - Un figlio che si laurea al Politecnico e riceve in regalo un orologio piuttosto costoso: nulla di male, se non fosse che il destinatario del dono si chiama Luca Lupi ed è figlio del ministro della Infrastrutture, e che il mittente si chiama Stefano Perotti, imprenditore accusato di aver avuto "aiuti" dal dirigente alle Grandi Opere Ercole Incalza, alle dipendenze dello stesso Lupi. Imbarazzo generale, anche perché all'orologio per il neolaureato seguirà un impiego sospetto all'Enel.
Da un ministro a un sindaco, con il caso di Letizia Moratti e del figlio Gabriele, accusato di aver svolto lavori senza permessi in uno stabile adibito a uso industriale e trasformato in una sorta di bunker degno di un eroe da fumetti come Batman.
SULLE ORME DI PAPÀ: IL CASO DEL"TROTA" - Non è bastata l'ironia di papà Umberto Bossi a rendere simpatico alla gente l'erede Renzo, convinto a intraprendere la carriera politica, consapevolmente o meno, e finito a poco più di vent'anni tra le fila del Consiglio regionale lombardo. Dopo i dubbi e le ironie sull'attendibilità dei suoi titoli di studio sono arrivate le inchieste sugli esosi rimborsi spese da consigliere, e la sua carriera politica si è spenta, con conseguenze non da poco anche per papà Umberto.
(Unioneonline/b.m.)