Dopo l'Arma dei Carabinieri e il ministero della Difesa anche il Viminale e Palazzo Chigi chiedono di essere ammessi come parti civili nel processo agli otto carabinieri coinvolti nell'inchiesta sui depistaggi nell'ambito del caso Cucchi.

In apertura di udienza preliminare hanno fatto la stessa richiesta anche i familiari del giovane morto, gli agenti di polizia penitenziaria ingiustamente accusati nel primo processo sulla morte del giovane, il sindacato dei militari, Cittadinanzattiva e Riccardo Casamassima, la cui testimonianza chiave aveva fatto riaprire il caso.

Il gup deciderà nella prossima udienza, fissata per il 17 giugno.

Gli otto militari sono indagati a vario titolo per falso, omessa denuncia, calunnia e favoreggiamento. Coinvolti il generale Alessandro Casarsa, nel 2009 alla guida del gruppo Roma, il colonnello Lorenzo Sabatino, Massimiliano Labriola Colombo, ex comandante della stazione di Tor Sapienza dove Cucchi venne portato dopo il pestaggio, Francesco Di Sano, in servizio a Tor Sapienza quella sera, Francesco Cavallo, all'epoca capufficio del comando del Gruppo carabinieri Roma, Luciano Soligo, ex comandante della compagnia Talenti Montesacro, Tiziano Testarmata e Luca De Ciani.

Il procedimento è coordinato dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dal pm Giovanni Musarò. Ruota intorno alle due annotazioni redatte dopo la morte di Cucchi, e modificate per far sparire ogni riferimento ai dolori che il giovane romano lamentava dopo il pestaggio subito nella stazione Appia.

ILARIA CUCCHI - Emozionata la sorella di Stefano Cucchi. "Dopo dieci anni questa è una giornata significativa, sono emozionata per il fatto che si sia costituito parte civile il comando generale dell'Arma", afferma Ilaria dopo la prima udienza davanti al gup. "La cosa - aggiunge - mi risulta senza precedenti, e la dedico a tutti quelli che hanno insinuato e continuano a insinuare che la famiglia Cucchi è contro l'Arma e viceversa. Questa è una riconciliazione non solo per me, anche tra i cittadini e le istituzioni". Poi la stoccata al sindacato di polizia Sap e al parlamentare della Lega che la denunciò per diffamazione, Gianni Tonelli. "In vicende come la nostra troppe volte ho visto i sindacati di polizia intromettersi contro le famiglie. In quest'aula, per la prima volta, un sindacato si è schierato al nostro fianco e non contro di noi. Questo lo dedico al signor Tonelli, al Sap e a chi sostiene che Tedesco fosse dalla parte sbagliata".

(Unioneonline/L)
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