Vaccinare ancora, il più possibile, somministrando terze dosi e parallelamente convincendo chi non ha ancora ricevuto la prima.

Il governo si prepara ad affrontare la quarta ondata del Covid anche se finora il “sistema Italia”, con le sue misure più restrittive rispetto a molti altri Paesi europei, sta tenendo.

Lo dimostrano i numeri: il 15 ottobre c'erano 2.732 casi e 78.522 attualmente positivi, ieri rispettivamente 8.516 e 110.659. Ma a questo aumento non corrisponde un incremento consistente del tasso di occupazione delle rianimazioni. Un mese fa era al 4,1%, con 370 ricoverati, ieri al 4,4% con 445 ricoverati. Nei reparti ordinari il tasso era al 4,6%, con 2.732 ricoverati, ieri al 6,1% con 3.525 pazienti. 

La crescita però c'è e potrebbe sfuggire al controllo, per questo è fondamentale proseguire con i vaccini, su due binari paralleli: ridurre il bacino di 6,8 milioni di italiani non vaccinati e spingere sulla terza dose. "Bisogna vaccinare la platea che non ha ancora iniziato il ciclo vaccinale ed è importante effettuare la terza dose booster poiché l'efficacia del vaccino si abbassa dopo 6 mesi", conferma il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro. Se però le terze dosi stanno andando a regime (ad oggi sono 2,7 milioni quelle somministrate) le prime dosi sono di fatto al palo, come conferma l'ultimo report del governo.

Anche questa settimana solo 115mila (la scorsa erano 103mila), meno di 16.500 al giorno, oltre il 60% delle quali è andata a giovani e persone sotto i 40 anni.

LE MISURE – Se si riuscirà a contenere il rialzo dei contagi, resteranno le misure attuali. Dunque l'obbligo di mascherina al chiuso e l'obbligo del Green pass per accedere a luoghi di lavoro, eventi, ristoranti, cinema e teatri. Così come resta in vigore il sistema dei colori: in zona gialla si va se l'incidenza è pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è superiore al 10% e quello dei reparti ordinari al 15%.

Non ci saranno lockdown per i non vaccinati sulla scia di quanto stanno facendo altri Paesi europei ma prima di Natale si deciderà la proroga dello stato d'emergenza con un decreto, come già fatto a luglio, per portarlo almeno fino alla fine di marzo. E alla stessa data dovrebbe essere prolungato anche l'obbligo del Green pass.

Bisognerà però sbloccare un impasse: il lasciapassare ha validità di un anno mentre il richiamo della terza dose va fatto a sei mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale. Significa che anche chi deciderà di non fare la terza dose avrà un Green pass valido. Al momento, secondo quanto si apprende, non ci sarebbe intenzione di modificare la durata delle certificazioni ma è evidente che la cosa potrebbe non far decollare la campagna delle terze dosi.

(Unioneonline/D)

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