Sono state complessivamente 1,9 milioni le persone che la Caritas italiana ha aiutato nel 2020, in media 286 per ognuno dei 6.780 servizi gestiti nel Paese.

Quasi la metà – il 44 per cento - ha fatto riferimento alla rete Caritas per la prima volta.

Sono i dati emersi dal dossier “Oltre l’ostacolo”, su povertà ed esclusione sociale, secondo il quale tra le regioni con più alta incidenza di "nuovi poveri" ci sono Valle d'Aosta (61,1%) Campania (57,0), Lazio (52,9), Sardegna (51,5%) e Trentino Alto Adige (50,8%). Per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni le nuove povertà pesano per il 57,7%.

La quota di poveri cronici, quelli che sono a carico del circuito Caritas da cinque o più anni, è in aumento: dal 2019 al 2020 passa dal 25,6% al 27,5%. L'età media è 46 anni, dato che si conferma immutato rispetto al periodo pre-pandemico.

Oltre la metà delle persone (il 57,1%) ha al massimo la licenza di scuola media inferiore, percentuale che tra gli italiani sale al 65,3% e che nel Mezzogiorno arriva al 77,6%. Il 64,9% degli assistiti dichiara di avere figli (percentuale che in valore assoluto corrisponde a oltre 91 mila persone); tra loro quasi un terzo vive con figli minori (pari a 29.903 persone).

Inoltre una persona su cinque dichiara di percepire il Reddito di cittadinanza ma un povero su 10 risulta essere proprietario della sua abitazione, insomma avere la casa di proprietà non esenta da una possibile condizione di disagio economico.

Mentre gli “homeless” incontrati dalle Caritas sono stati 22.527 (pari al 16,3% del totale), per lo più di genere maschile (69,4%), stranieri (64,3%), celibi (42,4%), con un'età media di 44 anni e che si trovano soprattutto al Nord.

(Unioneonline/s.s.)

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