Prosegue il processo alla famiglia di allevatori sardi residenti nel Viterbese accusati di stalking, furti e possesso di armi illegali che ha fatto scattare le manette sei anni fa ai polsi dei Marco e Paolo Pira e del loro padre, Antonio.

In aula è stato ascoltato Dario Pomarè, ex sindaco di Farnese, che ha ricostruito il dramma vissuto: due dei suoi tre cani sono stati uccisi a bastonate e una serie di olivi, alcuni anche secolari, sono stati abbattuti: un danno stimato intorno ai 70mila euro.

Pomarè ha spiegato che, probabilmente, a scatenare la furia dei Pira era stata la scelta della maggioranza da lui guidata di riassegnare i terreni comunali a uso civico. Una mattina del febbraio di sei anni fa aveva raggiunto insieme al proprio figlio il loro podere: l'oliveto era stato devastato con l'abbattimento di circa 160 alberi, anche quelli centenari. E poi l'orrore con i cani massacrati a bastonate, le galline ammazzate, trattore e casale dati alle fiamme. Non solo: poco dopo anche la macchina dell'ex sindaco, parcheggiata sotto casa, era stata incendiata.

Come presunti responsabili ha indicato gli uomini della famiglia Pira, in particolare Antonio e Marco.

La prossima udienza è stata fissata a marzo.

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata