C'è chi si lamenta per essere finito in zona rossa o arancione (da Fontana a Cirio, dal calabrese Spirlì al siciliano Musumeci) e chi per essere finito in gialla.

E' il caso di Vincenzo De Luca, che pochi giorni fa chiedeva il lockdown nazionale e ora ritrova la sua Campania tra le Regioni a rischio moderato, con le misure anti Covid più blande.

Oggi è arrivata la spiegazione del direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: l'indice di trasmissibilità Rt "in Campania è più basso rispetto a quello della Lombardia o della Calabria. Ciò significa che la trasmissione, molto aumentata nelle scorse settimane, si è stabilizzata anche se il numero dei casi è alto".

Resta la sorpresa per non essere finiti neanche in zona arancione. De Luca torna a ribadire la necessità di "misure nazionali unitaria, anche più rigorose". E avverte i campani: "Sarebbe fuori luogo ogni atteggiamento di autoconsolazione o rilassamento perché la situazione è pesante. Rischiamo che le zone rosse riaprano a Natale e quelle gialle allora siano costrette a chiudere".

Il governatore tira dritto firmando un'ordinanza che conferma la didattica a distanza in tutte le scuole e il divieto di mobilità tra Province.

E lancia una richiesta ai sindaci: "Chiudere durante i weekend le aree dei Lungomare e i centri storici che si affollano di gente, non possiamo tollerare che migliaia di persone se ne vadano in giro come se nulla fosse".

Anche il sindaco di Napoli De Magistris è praoccupato e dice che gli ospedali, "a Napoli e in Campania, sono al collasso". "O la Regione non fornisce dati attuali e reali al ministero, oppure la sanità campana è andata in tilt nonostante siamo a basso rischio, siamo sconcertati e preoccupati, abbiamo il diritto di capire e di ricevere dal governo informazioni precise", attacca il primo cittadino.

(Unioneonline/L)
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