Il sindaco di Roma Virginia Raggi nella bufera per presunte pressioni sull'ex presidente di Ama Lorenzo Bagnacani (la municipalizzata per la raccolta rifiuti della Capitale) volte, come denunciato dallo stesso Bagnacani, "a determinare la chiusura del bilancio dell'Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali".

A rivelare dell'esposto, presentato in Procura dallo stesso Bagnacani (poi licenziato dopo che il bilancio Ama è stato bocciato), è un'inchiesta de L'Espresso.

LE INTERCETTAZIONI - A corredo delle sue accuse, Bagnacani avrebbe anche prodotto alcune registrazioni di colloqui tra lui e la prima cittadina pentastellata.

In una Raggi dice a Bagnacani "Il bilancio va cambiato, punto". E quando il manager si dimostra restìo dicendo che prima vuole essere sicuro che tutto sia a norma di legge, Raggi incalza: "Non devi valutare, se il socio ti chiede di fare una modifica lo devi fare. Però se tu lo devi cambiare comunque, lo devi cambiare punto, anche se loro dicono 'perché la Luna è piatta'".

In un'altra Raggi commenta con Bagnacani l'ipotesi di aumento della Tari: "Non posso aumentare la Tari", dice il sindaco. Spiegando: "Alcune zone sono pulite, in altre zone purtroppo c'è la merda. Se gli aumento la Tari i romani mettono la città a ferro e fuoco, altro che gilet gialli"

In un'altra ancora: "Tu mi devi dare una mano Lorenzo, così non mi stai aiutando. Io ho la città che è praticamente fuori controllo. I sindacati che fanno quel cazzo che vogliono io non riesco ad arrivare", dice il sindaco.

E quando nuovamente Bagnacani si dimostra scettico la stessa Raggi incalza: "Non mi stai dando neanche un cazzo di appiglio, Lorenzo. Che devo fare, come faccio?".

"DIMISSIONI" - Immediate le reazioni politiche. A cominciare da quelle degli esponenti più in vista della Lega, alleati di governo del Movimento 5 Stelle, che trovano nell'inchiesta dell'Espresso il la per ribattere agli attacchi pentastellati per le indagini sul sottosegretario ai Trasporti Armando Siri (ipotesi di reato: corruzione).

"Se il contenuto delle intercettazioni del sindaco Raggi corrispondesse al vero sarebbe la confessione di un grave reato e la chiara ammissione di una palese incapacità a governare. Per coerenza con le regole del Movimento ci aspettiamo le sue immediate dimissioni", commenta il ministro degli Affari regionali Erika Stefani.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche i capogruppo leghisti di Senato e Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari: "Abbiamo appreso con sconcerto le ultime cronache relative all'amministrazione comunale di Roma e alla gestione di Ama. Notizie inquietanti che non possono lasciarci indifferenti: se quanto riportato dalle intercettazioni corrispondesse a verità, si tratterebbe di un fatto di gravità inaudita. Per rispetto delle regole interne del Movimento cui appartiene, sarebbe opportuno per il sindaco Raggi farsi da parte e presentare subito le dimissioni".

Dimissioni vengono sollecitate anche da Fratelli d'Italia, mentre il Pd ha annunciato un'interrogazione urgente al sindaco durante la prossima seduta dell'assemblea capitolina.

''Alla luce delle ultime devastanti rivelazioni le dimissioni di Virginia Raggi non sono più atto politico ma azione indispensabile per Roma e per i suoi cittadini'', dice il segretario romano dei dem Andrea Casu. Che aggiunge: ''Arrivare a fare pressioni

così pesanti, descrivere la città in questo modo è uno schiaffo in faccia a tutti i romani che invece ogni giorno fanno il proprio dovere per la città. Virginia Raggi si è sfiduciata da sola''.

SALVINI - E non è mancato l'affondo di Matteo Salvini, che in questi giorni più volte ha bersagliato Virginia Raggi per il suo operato. "Non è più adeguata a fare il sindaco di Roma e non per eventuali illegalità. Però se il sindaco della città più importante d'Italia dice 'i romani vedono la merda' e 'la città è fuori controllo' è un giudizio politico il mio, non sei in grado di fare il sindaco", ha detto il leader della Lega nel corso di un'intervista a Porta a Porta.

LA DIFESA DEL SINDACO - Dal canto proprio il sindaco ha spiegato: "Nessuna pressione ma solo tanta rabbia per chi non ha fatto bene il lavoro per il quale era pagato".

"Si pretendeva - ha aggiunto il sindaco di Roma - che approvassi un bilancio con il quale i dirigenti di Ama avrebbero avuto centinaia migliaia di euro in più".

Ancora: "I vertici del Campidoglio - il ragioniere generale, segretario generale, il direttore generale, l'assessore al bilancio, i dipartimenti competenti - hanno bocciato la proposta dell'ex ad Bagnacani. Ed io e la mia Giunta abbiamo votato contro come avrebbe fatto qualsiasi romano. Addirittura - prosegue - si ipotizzava che aumentassi ancora la tassa dei rifiuti, mentre in azienda sarebbero continuati ad arrivare i premi a pioggia. Mi sono ribellata e non me ne pento. Continuano a gettare fango su di me ma io ho le spalle grosse e continuerò a difendere la mia città e i miei concittadini".

Fonti del Campidoglio, inoltre, fanno sapere che non risulta alcuna indagine a carico della prima cittadina.

(Unioneonline/l.f.)

SALVINI, SIRI E LA RAGGI - VIDEO:

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