Paralizzato a seguito di un grave incidente sul lavoro, ha accettato di coprire il capo facendo finta di essere stato vittima di un sinistro stradale.
Accade in Liguria: nel 2018 l’uomo, all’epoca 32enne, stava lavorando con altri colleghi sulla A12, tra i caselli di Chiavari e Lavagna, per la rimozione di alcune barriere. Secondo una successiva ricostruzione, è caduto dal viadotto “rio Rezza” mentre usava un macchinario che si è ribaltato. I suoi colleghi lo avevano preso, caricato su un furgone, e portato in strada raccontando che era stato investito da un’auto pirata che l'aveva trascinato per alcuni metri.

L'operaio era stato ricoverato in ospedale in gravissime condizioni ed era poi rimasto paralizzato. Lui stesso aveva confermato la ricostruzione dei colleghi e gli investigatori della polizia stradale si erano messi al lavoro per trovare il presunto pirata della strada. Analizzando quanto ripreso da tutte le telecamere, hanno notato a quell’ora una sola vettura passare su quel tratto. Mezzo poi rintracciato e che però non presentava alcuna ammaccatura compatibile con un incidente di quella portata. La storia, insomma, non tornava.

LA CHIAMATA – Una telefonata anonima ha poi svelato l’arcano, raccontando come erano andate davvero le cose. Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Daniela Pischetola, hanno trovato tracce di sangue sotto il viadotto e anche sul furgone usato per trasportare la vittima sul luogo del finto incidente.

Non solo: hanno scoperto che il mezzo ribaltato era stato portato ad Asti e ne era stato denunciato il furto. Il macchinario era stato poi ritrovato con alcuni pezzi mancanti, secondo gli inquirenti, per nascondere le tracce dell'infortunio.

 Il titolare della ditta di Asti che si occupa di manutenzioni stradali, gli operai e la stessa vittima sono stati quindi indagati dalla Procura di Genova a vario titolo per lesioni gravissime, simulazione di reato e favoreggiamento.

(Unioneonline/D)

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