Bonafede, azione disciplinare contro il pm che indagò sul caso Vannini
"Indagini superficiali", contesta il ministro, ma la Procura di Civitavecchia si difendePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha avviato un'azione disciplinare nei confronti di Alessandra D'Amore, pm che ha condotto l'inchiesta sulla morte di Marco Vannini, a cui viene contestato di aver indagato in maniera superficiale.
Ma il procuratore capo di Civitavecchia, Andrea Vardaro, difende la bontà delle indagini: "Subito dopo l'omicidio sono stati effettuati i rilievi necessari per l'accertamento dello stato dei luoghi", fa sapere.
"Dagli atti - si legge nel comunicato del procuratore - risulta che circa 30 minuti dopo il decesso, ufficiali di polizia giudiziaria si sono recati a casa della famiglia Ciontoli e hanno effettuato un capillare sopralluogo, nel corso del quale sono stati sequestrati oggetti e indumenti, nonché un bossolo esploso e due pistole".
"Personale specializzato - precisa il procuratore - ha proceduto quindi al prelievo di sostanze ematiche, poi trasmesse al Ris di Roma".
Insomma, è stato fatto tutto quel che c'era da fare, si difende il magistrato, ricordando anche la "consulenza medico-legale" e "l'acquisizione dei tabulati telefonici relativi a numerose utenze". Ancora: "Sono state sentite numerose persone informate dei fatti e sono stati acquisiti i file delle chiamate al 118 della famiglia Ciontoli".
"Tutti gli elementi di prova raccolti - conclude Vardaro - hanno consentito di chiedere il rinvio a giudizio di Antonio Ciontoli e dei suoi familiari per il delitto di omicidio doloso. L'impostazione della Procura di Civitavecchia è stata condivisa anche dalla Procura generale presso la Corte d'Appello di Roma, che ha proposto ricorso in Cassazione, contro la sentenza d'appello. Come è noto la Corte di Cassazione ha accolto l'impugnazione".
(Unioneonline/L)