E’ la pista del gioco estremo quella più battuta dagli inquirenti per la morte di un bambino di nove anni a Bari, trovato impiccato nel gennaio scorso nella sua cameretta.

La Procura del capoluogo pugliese, titolare delle indagini, sta tentando la strada della rogatoria internazionale in Irlanda per ottenere la cronologia dei video ai quali il bambino ha avuto accesso su YouTube. Prima di stringersi una corda attorno al collo, appesa all’attaccapanni, il bimbo potrebbe aver visto i video di “Jonathan Galindo”. 

Un personaggio ancora non identificato, con il volto inquietante mascherato da cane, che spinge a cimentarsi in “giochi” pericolosissimi e a volte fatali. Il piccolo avrebbe confidato ad alcuni amichetti di essere terrorizzato: qualcuno lo aveva minacciato di andarlo a prendere di notte se non avesse fatto quello che gli chiedeva. Prove estreme, secondo gli inquirenti.

Per il momento nei dispositivi digitali analizzati dai consulenti della Procura di Bari non sono stati trovati elementi utili, ma si vuole andare più a fondo. Sul caso la pm ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti ed è l'ipotesi di reato sulla quale è ancora al lavoro.

Quel drammatico giorno era stata la madre del bambino a trovarlo senza vita in stanza. La donna, medico, aveva provato a rianimarlo, invano. Anche i soccorritori intervenuti successivamente avevano potuto solo constatarne il decesso. 

(Unioneonline/D)

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