Trapelano le prime informazioni relative alle ultime volontà di Silvio Berlusconi.

Il testamento del leader di Forza Italia morto il 12 giugno scorso è stato aperto ieri mattina nello studio del notaio Arrigo Roveda, a Milano, il quale aveva anticipato di non poter dire nulla in merito al contenuto «né ora né mai». 

Questa mattina emerge però una prima informazione: il controllo di Fininvest andrà a Marina e Pier Silvio Berlusconi. Avendo ricevuto l'intera quota disponibile, raggiungono insieme il 53% del gruppo con quote paritarie. 

A Marta Fascina invece va un legato di 100 milioni e a Marcello Dell'Utri uno di 30. «Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me» , si legge in una frase rivolta ai figli contenuta nel testo. «Grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà».

La decisione su Fininvest e sul patrimonio era già stata presa nel 2006. Su un blocco note, color giallo paglierino, con l'intestazione Villa San Martino, Silvio Berlusconi, il 2 ottobre, ha scritto a mano le sue volontà. Undici righe su un foglio e dieci su un altro per il suo testamento, con uno stile asciutto e chiaro. «Lascio la disponibilità in parti uguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei 5 figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi». Nel 2020 ha aggiunto le disposizioni a favore del fratello.  

Una nota di Marina Berlusconi precisa che nessuno dei fratelli ha il «controllo solitario» della holding. «Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, ricevuta lettura delle volontà testamentarie del padre Silvio Berlusconi, informano che da esse risulta che nessun soggetto deterrà il controllo solitario indiretto su Fininvest spa, precedentemente esercitato dal padre stesso».

LE REAZIONI – Fra le prime reazioni quella di Marcello Dell'Utri, rimasto a dir poco sorpreso del lascito di trenta milioni disposto nei suoi confronti da Silvio Berlusconi che considerava «un fratello». «Da stamattina non ho fatto altro che piangere – spiega – : non tanto per la cosa materiale ma per il gesto che dimostra la grandezza dell'uomo». «Per me era come un fratello», ha aggiunto Dell’Utri. «Ci conoscevamo da oltre sessant'anni. Mi ha sempre aiutato. Anche all'università mi dava gli appunti», ha poi raccontato l'ex senatore. 

(Unioneonline/s.s.)

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