Il fondatore di Cepu, società per la preparazione universitaria, è stato arrestato nell'ambito di un'indagine della Procura di Roma e della Guardia di finanza su un sistema di evasione fiscale. Francesco Polidori è stato messo ai domiciliari, come disposto dal gip.

Nell'inchiesta, denominata "Tutoring", sono coinvolte in totale sei persone responsabili, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, auto-riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo di beni del valore di 28 milioni di euro tra i quali anche la sede di eCampus, società della galassia Cepu, a Novedrat, nel Comasco. L'indagine non comporta l'interruzione delle attività didattiche.

Il procedimento è nato dal fallimento della società Scil srl, in liquidazione, già Cepu srl, e da quello della Cesd srl che tra il 2006 e il 2015 ha gestito su tutto il territorio nazionale le sue attività utilizzando il marchio fondato da Polidori, classe 1948, nato a Città di Castello (Perugia).

L'imprenditore, secondo il gip, ha "svolto un ruolo importantissimo sia sul punto di vista direttivo, organizzativo, anche operativo ed è stato in più occasioni persino destinatario diretto delle distrazioni di ingenti somme di denaro. Egli ha partecipato all'attività delittuosa operando da una cabina di regia in prima persona". Il ruolo di dominus "evidentemente ancora ricoperto, l'esistenza attuale della Studium Srl", società riconducibile a Polidori, e "lo strettissimo rapporto che l'imprenditore ha con vari soggetti (collaboratori, familiari o persone a lui vicine), che ricoprono cariche sociali nella società del Gruppo, costituiscono elementi da cui desumere certamente l'attualità del pericolo di recidivanza".

Attraverso società conosciute come "scatole cinesi", gli indagati hanno messo in atto una serie di complesse operazioni societarie, commerciali e finanziarie tra le quali la creazione di una ditta fiduciaria in Lussemburgo mediante la quale è stata dissimulata la reale proprietà dei beni immobili e marchi, sottratti alle imprese fallite e fatti confluire in un'ulteriore società fatta nascere ad hoc, oggi sottoposta a sequestro. Non solo: hanno messo in atto "la distrazione di ingenti risorse finanziarie destinate a società controllate e collegate attraverso l'appostazione di partecipazioni (poi svalutate) e la concessione di plurimi finanziamenti e prestiti allo stesso dominus, a suoi familiari ed a persone a lui vicine, nella realtà mai restituiti".

(Unioneonline/s.s.)
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