Comprata dal marito per 500mila lire quando era ancora 14enne, dopo 44 anni di maltrattamenti e abusi ha deciso di farla finita, uccidendo quell'uomo che le aveva rubato un'intera esistenza e che l'aveva anche costretta a prostituirsi.

Assunta Casella, 60 anni, è stata condannata in appello a 21 anni e tre mesi di carcere.

L'omicidio risale a due anni fa. Il corpo senza vita di Severino Viola, 78 anni, è stato trovato nel giugno 2016 nel noccioleto di casa. Assunta prima lo ha addormentato con un sonnifero, poi lo ha ucciso per soffocamento con un cuscino.

Secondo la Procura, che aveva chiesto l'ergastolo, la storia di Assunta, i maltrattamenti, la prostituzione a cui era costretta, non costituivano attenuanti ("Fatti di 45 anni fa non giustificano l'omicidio", ha detto il procuratore generale).

Il giudice ha respinto la richiesta di ergastolo, ma ha comunque inflitto una pesante condanna alla donna.

Assunta, già in cella da due anni e presente in aula alla lettura della sentenza, ha continuato a dichiararsi innocente.

Ha raccontato come Severino Viola, vent'anni più grande di lei, l'abbia comprata per 500mila lire dalla sua famiglia d'origine. E di come lei, ad appena 14 anni, sia stata costretta a trasferirsi dalla Calabria in Piemonte per sposare quell'uomo che l'avrebbe costretta a una vita "durissima", che la "maltrattava e costringeva a prostituirsi".

(Unioneonline/L)
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