Al momento sono indagati solo i quattro fermati. Uno degli arrestati nel blitz per la liberazione di Andrea Calevo sta collaborando.

Intanto i Carabinieri del Ros hanno arrestato una quarta persona implicata nel sequestro dell'imprenditore spezzino Andrea Calevo, liberato ieri con un blitz interforze a Sarzana. Secondo le prime informazioni si tratterebbe di uno slavo.

LA BANDA DI BALORDI - Pierluigi Destri, pluripregiudicato e 'clientE' di Calevo perché piccolo imprenditore edile, è stato il capo e probabilmente l'ideatore del rapimento, oltre che carceriere di Andrea ma non ha preso materialmente parte al sequestro. Davide Bandoni, suo nipote, e Fabijan Vila, operaio edile, avrebbero agito assieme ad altre due persone che adesso sono ricercate dal Ros e dallo Sco.

PRIMA NOTTE DI LIBERTA' PER CALEVO - Notte di festa, e prima notte di libertà, per Andrea Calevo, l'imprenditore spezzino sequestrato il 16 dicembre e liberato lunedì con un blitz interforze nel seminterrato di una villetta a Sarzana. Calevo ha passato la sua prima notte di libertà, che ha coinciso con il Capodanno 2013, a casa di amici con la madre Sandra e la fidanzata Ines. Intanto in piazza a Lerici la festa è stata interamente dedicata a lui, con 400 lumini a comporre le parole 'Bentornato Andrea' e i dj che gli hanno dedicato brani e auguri allo scoccare della mezzanotte. Lungo l'Aurelia, gli striscioni con la scritta 'Andrea libero!' appesi subito dopo il sequestro sono stati tutti modificati in 'Andrea è libero!'

LA GIORNATA DELLA LIBERAZIONE- L'hanno trovato in una cantina buia, in catene, barba lunga, occhi cerchiati e quando gli hanno detto "Andrea, siamo carabinieri" si è sciolto in lacrime e ha detto "grazie". Finisce così, a Sarzana, il sequestro di Andrea Calevo, imprenditore spezzino rapito nella sua villa di Lerici il 16 dicembre da Pierluigi Destri, pluripregiudicato di 70 anni, con il nipote Davide Bandoni, 23 anni e l'albanese Fabijon Vila, 20 anni. I tre sono stati arrestati lontano da Andrea: non collaborano. Il blitz di Ros dei carabinieri e Sco della polizia è stato deciso domenica sera dopo che gli inquirenti hanno avuto la certezza che Calevo si trovava nella casa di Destri, dopo che il gruppo era stato tradito dall'intercettazione di un'ordinazione di una sola pizza. E' stato l'indizio che ha fatto pensare che in quella villetta ci fosse l'ostaggio.

LA CRONOLOGIA DEL BLITZ - Appuntamento alle 9 davanti alla caserma dei carabinieri di Sarzana con due furgoni-civetta e macchine private. A mezzogiorno, tre elicotteri in voli concentrici sulla zona industriale di Sarzana. I Ros e la polizia fanno irruzione nella villetta. I carabinieri sentono che Calevo fa rumore per farsi trovare: lo individuano spostando un armadio che nascondeva la porta dello scantinato. Era lì da 15 giorni. In catene, che però riusciva a togliersi e a rimettere quando arrivavano i rapitori. "Mi avete fatto rinascere", ha detto ai militari. Andrea è stato visitato e poi ha potuto abbracciare sua madre Sandra e sua sorella Laura che con la fidanzata Ines aspettavano nella villa di Lerici. "E' stato bellissimo riaverlo", ha detto la madre mentre Laura ha ringraziato tutti. "Certo, ho avuto paura che mi ammazzassero - ha detto il giovane imprenditore -. Lì ho perso la cognizione del tempo. Non sapevo se fosse giorno o notte nè se fosse già il primo gennaio. Pensavo di essere in una zona molto isolata". Dice, Andrea, che "la mattina facevo le flessioni, poi cercavo di camminare un pò. Poi mi portavano da mangiare". Lo ha avvicinato sempre una persona sola con il volto coperto. Il capo della Dda genovese Michele Di Lecce, il capo dello Sco Maria Luisa Pellizzari e il generale dei Ros Parente hanno confermato che la banda aveva chiesto un riscatto con due lettere in un unico plico arrivate il 21 dicembre: una dattiloscritta con la richiesta di 8 milioni e una di Andrea che chiedeva alla madre di aderire alle richieste della banda. Il primo contatto con la famiglia c'era stato già per telefono, da una cabina telefonica che si trova in piazza dei Miracoli a Pisa, poi il silenzio fino al 21 dicembre quando Sandra Calevo ha ricevuto la lettera. A quel punto gli investigatori, che già avevano identificato la banda, hanno deciso di agire.
© Riproduzione riservata