È morto nella notte, all’età di 99 anni, Raffaele La Capria, scrittore diventato nel tempo un punto di riferimento specie per molti giovani che l’hanno indicato come significativo per la propria formazione e scelte.

Questo per la sua lucidissima longevità, ma anche per il suo percorso intellettuale e artistico, con quel lento trasformarsi da narratore in saggista, in aforista curioso, ironico, spesso controcorrente nelle sue limpide riflessioni e confessioni, caratterizzate dalla grande attenzione alla pulizia e all’intensità della lingua.

Da tempo cittadino di Roma, portava Napoli nel cuore: le sue opere avevano al centro la città partenopea. Autore di “Ferito a morte”, con il quale ha vinto il premio Strega nel 1961, si è imposto come una delle voci più significative della letteratura italiana del secondo Novecento. “Ferito a morte” è poi confluito con il precedente “Un giorno d'impazienza” (1952) e con il successivo “Amore e psiche” (1973) in “Tre romanzi di una giornata” (1982).

''Si sono rovesciate le parti: una volta erano i vecchi a garantire per i giovani, mentre oggi accade il contrario e mi pare un segno positivo, un modo per non interrompere quella catena che fa da congiunzione tra le diverse generazioni e garantisce la vitalita' di una cultura'', amava commentare, proprio lui che da quarantenne, quando uscì ''Ferito a morte'', il romanzo che lo rivelò e gli dette improvvisa notorietà, si ritrovò contro molta parte dei nomi importanti del mondo letterario mentre, da subito, furono i suoi coetanei, i più giovani a sostenerlo fortemente, conquistati dalla novità dello stile, da quella sua ricerca che trovava terreno fertile in quel periodo, alla viglia della nascita del Gruppo '63'. Dopo lo Strega in quegli stessi anni è arrivato il Leone d'oro a Venezia per la sceneggiatura di "Mani sulla città” dell'amico Francesco Rosi, anche in questo caso una storia di denuncia.

LA VITA E I RICONOSCIMENTI – Nato l'8 ottobre 1922, Raffaele La Capria, dopo essersi laureato in giurisprudenza all'Università di Napoli nel 1947 e dopo aver soggiornato in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, nel 1950 si è trasferito a Roma. Ha frequentato a Harvard l'International Seminar of Literature nel 1957 ed è stato per anni stimato collaboratore delle pagine culturali del Corriere della Sera. Dal 1990 è stato condirettore della rivista letteraria ''Nuovi Argomenti''.

Nel 2005, fra gli altri riconoscimenti oltre allo Strega, gli è stato attribuito il Premio Viareggio per la raccolta ''L'estro quotidiano'', dopo aver avuto nel 2001 alla carriera il Premio Campiello e nel 2002 il Premio Chiara.

Accanto all'attività di scrittore e intellettuale ha anche fatto a lungo lo sceneggiatore per il cinema, dopo "Mani sulla città” di Rosi per tanti altri film che hanno fatto epoca da ''Uomini contro'' a ''Cristo si è fermato a Eboli'', da''Sabato, domenica e lunedì'' della Wertmuller a ''Una questione privata'' di Alberto Negrin, partendo dai ''Leoni al sole'' di Caprioli del 1961, l'anno in cui conobbe l'adorata moglie, l'attrice Ilaria Occhini, scomparsa nel 2019. 

(Unioneonline/v.l.)

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