È morto Eugenio Scalfari. Il fondatore di Repubblica aveva 98 anni e l’annuncio arriva proprio dalle colonne del quotidiano da lui fondato.

Nato il 6 aprile del 1924 a Civitavecchia, è stato giornalista ma anche “economista, politico, filosofo, romanziere, poeta”, come raccontano dalle colonne del “suo” giornale. In ultimo anche caro amico di Papa Francesco.

Tra le sue letture preferite erano i romanzi di Pessoa. E tra gli incontri che ne segneranno l’adolescenza e la vita quello a Sanremo con Italo Calvino, il compagno di banco insieme al quale costruisce una grammatica del pensiero e delle emozioni.

Nei primi anni '50 inizia la carriera giornalistica con il “Mondo” di Pannunzio e l'“Europeo” di Arrigo Benedetti. Nel 1955 con quest'ultimo fonda “L'Espresso”, primo settimanale italiano d'inchiesta. Scalfari vi lavora nella doppia veste di direttore amministrativo e collaboratore per l'economia. E quando Benedetti gli lascia il timone nel '62, diventa il primo direttore-manager italiano, una figura all'epoca assolutamente inedita per l'Italia.

Nel 1976, dopo aver già tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola “piuttosto azzardata”, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura.

Abbandonerà il ruolo di direttore nel 1996, gli subentra Ezio Mauro. Scalfari non scomparirà comunque dalla testata del giornale, poiché continuerà a svolgere a lungo il ruolo di editorialista dell'edizione domenicale.

IL CORDOGLIO – Profondo cordoglio in tutto il Paese per la morte del grande giornalista, avvenuta a Roma, in apertura di seduta oggi al Senato un minuto di raccoglimento nel suo ricordo.

"Papa Francesco ha appreso con dolore della scomparsa del suo amico, Eugenio Scalfari. Conserva con affetto la memoria degli incontri - e delle dense conversazioni sulle domande ultime dell'uomo - avute con lui nel corso degli anni e affida nella preghiera la sua anima al Signore, perché lo accolga e consoli quanti gli erano vicini" le parole del direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. 

"Sono particolarmente addolorato per la scomparsa di Eugenio Scalfari giornalista, direttore, saggista, uomo politico, testimone lucido e appassionato della nostra storia repubblicana", le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Dai primi passi all'interno di quella grande scuola di giornalismo che fu il Mondo, alla direzione dell'Espresso, fino alla fondazione della ‘Repubblica’, Scalfari ha sempre costituito un punto di riferimento coinvolgente per generazioni di giornalisti, intellettuali, classe politica e un amplissimo numero di lettori. Da sempre convinto assertore dell'etica nella società e del rinnovamento nella vita pubblica, si era magistralmente dedicato, negli ultimi tempi, ai grandi temi esistenziali dell'uomo con la consueta efficacia e profondità di riflessione".

L’ULTIMO SALUTO – La camera ardente per Eugenio Scalfari sarà aperta domani a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, dalle 16 alle 19. Nella stessa sala sabato alle 10.30 si svolgerà la cerimonia di commemorazione.

(Unioneonline/v.l.)

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