Il 24 marzo 1944 viene ricordato l’eccidio delle Fosse Ardeatine. A Roma 335 civili e militari italiani vengono trucidati dai tedeschi: una rappresaglia seguita all’attentato di via Rasella, messo in atto dai partigiani il giorno prima, in cui erano rimasti uccisi 33 soldati della polizia tedesca.

Il numero di fucilazioni inizialmente preventivato era di 330 (10 per ogni tedesco morto in via Rasella), quei cinque in più – venne fuori durante il secondo processo nel dopoguerra – sono stati ammazzati perché “avevano visto tutto”.

In via Rasella i Gruppi di Azione Patriottica avevano fatto esplodere una bomba artigianale al passaggio di una colonna di militari e avevano poi lanciato delle bombe a mano contro i superstiti.

La reazione dei tedeschi si è trasformata nella fucilazione degli italiani (tra questi anche prigionieri politici, ebrei e detenuti comuni).

Le Fosse Ardeatine, dove sono stati sistemati i cadaveri degli uccisi, sono state trasformate in un sacrario, oggi sono visitabili e sono luogo di cerimonie in memoria dell’eccidio.

(Unioneonline/s.s.)

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