Con l’aumento dei contagi arrivano anche le chiusure di diverse classi e scuole, a quasi due mesi dal ritorno in aula.

Ultimo è il caso del Friuli, dove l’incidenza dei casi è più alta: oltre mille tra docenti e studenti sono in quarantena per via della positività di 154 persone.

Da lunedì scattano in tutta Italia nuove regole sulla gestione dei casi, con l’obiettivo di ridurre al minimo il ricorso alla didattica a distanza. Il ministero dell’Istruzione ha inviato alle scuole il protocollo con le nuove linee guida.

Ci sarà una procedura “standardizzata” anche per rispondere alle critiche dei sindacati sulle troppe responsabilità lasciate alle singole scuole. La quarantena scatta in automatico solo se c’è un piccolo focolaio con tre casi in una classe.

Il nuovo protocollo prevede provvedimenti diversi a seconda della fascia d’età degli alunni e dello status vaccinale. In presenza di un caso positivo, i compagni di classe faranno il prima possibile un test, se l’esito è negativo si potrà rientrare a scuola. Un secondo test verrà effettuato dopo 5 giorni.

Nel caso di due positivi i vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con testing, i non vaccinati la quarantena. Nel caso di tre positivi andrà in quarantena tutta la classe.

Diverso il discorso nei servizi dell’infanzia. Per i più piccoli infatti è previsto un test subito e una quarantena di dieci giorni, al termine della quale effettuare un altro test. Per gli insegnanti la valutazione è invece in carico alle autorità sanitarie, dipende da tempo di permanenza nella stanza e dal contatto diretto con il caso positivo.

Il preside sospende "in via eccezionale ed urgente" le lezioni nel caso in cui le autorità sanitarie "siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente".

(Unioneonline/L)

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