Traffico di cocaina da Napoli a CagliariEx finanziere muore in cella
Sergio Coppola, arrestato nel 2008, era nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere per scontare una pena per spaccio di droga: faceva parte di una banda che operava a Cagliari.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Era finito in cella nel 2008: Sergio Coppola, militare della Guardia di finanza in servizio a Cagliari, era stato arrestato sulla statale 131. Nell'auto trasportava dieci chili di cocaina e cinquanta di hascisc. Era sbarcato a Olbia dalla nave in arrivo da Napoli. Ed era diretto a Cagliari. Non immaginava che la squadra mobile sospettava che il finanziere potesse essere un componente di una banda in grado di far arrivare nell'Isola vagonate di droga.
L'ex finanziere, 45 anni originario di Napoli, è stato trovato morto ieri nella palestra del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Stava scontando una pena definitiva di 8 anni. L'uomo sarebbe morto di infarto ma il magistrato ha disposto l'autospia.
Le indagini sulla banda avevano preso il via nel 2006 ed erano arrivate a una svolta un anno e mezzo dopo con l'arresto del finanziere Coppola che, il 6 marzo del 2008, era stato fermato sulla statale 131 alle porte di Cagliari, due ore dopo l'arrivo a Olbia della nave partita la sera prima da Napoli. In uno scompartimento interno, nel bagagliaio posteriore dell'auto, nascondeva un carico pesante: dieci chili di cocaina e cinquanta di hascisc. Il militare era nel mirino della Procura da due anni, probabilmente lo aveva intuito ma non si era fermato. Il carico che stava portando, secondo la ricostruzione della Dda di Cagliari, sarebbe dovuto finire nelle mani di Giuseppe Floris, un ex vigile urbano di Cagliari, considerato la mente dell'organizzazione. L'arresto dell'insospettabile corriere e il sequestro del carico avevano rappresentato un duro per la banda, che a quel punto si era riorganizzata per non sparire dal florido mercato della droga. I complici del finanziere non sapevano però di essere pedinati e intercettati giorno e notte dalle forze dell'ordine.
E nonostante l'uso di schede telefoniche “sicure”, intestate a ignari extracomunitari e usate solo una volta - e quindi difficili da individuare - gli investigatori della squadra mobile erano riusciti a incastrarli. Qualche mese dopo nei guai erano finiti, oltre al vigile urbano Floris, anche Alessandro Cordeddu, Alessandro Putzu e Gianluca Boi: a bordo di un furgone carico di prosciutti, dietro un'auto civetta dei trafficanti, gli agenti avevano scoperto altri 115 chili di hascisc.