Pochi infermieri, turni «massacranti» e una situazione al collasso. In alcuni casi, un solo professionista si trova a dover accudire 12 pazienti. «La cinghia è stata tirata fino all’ultimo foro disponibile e oltre», spiega Marco Zurru, dirigente sindacale NurSind Sulcis Inglesiente e RSU Asl. Il riferimento è alla carenza di personale nella Asl Sulcis, dove «la vita lavorativa e personale degli infermieri è ormai divenuta insostenibile. Con la mancata sostituzione dei professionisti andati in pensione siamo arrivati al limite: turni massacranti con un gravissimo danno lavorativo e umano. Le nuove assunzioni vengono concesse con il contagocce e il personale in servizio è messo costantemente sotto pressione».

Come denuncia il sindacato, «si è costretti a ricorrere a prestazioni aggiuntive e straordinarie per poter garantire la continuità assistenziale e il turno di servizio», come accade nel reparto di Medicina del presidio ospedaliero del Sirai di Carbonia, dove il rapporto infermiere-paziente, nelle migliori situazioni, dovrebbe essere di 1 a 6, ma nella realtà, anche a causa dell’aggiunta di 8 posti letto, il rapporto arriva a 1 a 12, con pazienti che talvolta necessitano di alta intensità di cure. Ma le difficoltà non finiscono qui. Un altro esempio è l’Unità Operativa di Psichiatria, «dove il rapporto infermiere-paziente dovrebbe essere di 1 a 2 e invece si arriva a 1 a 5, con un tasso di aggressioni al personale che è sempre più allarmante e preoccupante». Tra le criticità più gravi c’è anche il «progressivo invecchiamento della popolazione infermieristica, con un’età media che ormai supera i 52 anni».

«Una condizione non più sopportabile», ha ribadito il sindacato, che chiede «l'attivazione di un piano straordinario e immediato di assunzioni».

(Unioneonline)

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