Lacrime e dolore a Santadi per la morte di Stefano Nonnis, l’operaio 42enne precipitato ieri mattina da un’impalcatura sospesa sul pontile della Saras e morto annegato.

“Io mi sono salvato e lui non ce l'ha fatta. Dovevo morire io, non mio figlio”, le parole del padre Sergio, alla notizia che il suo ragazzo fosse morto in quel modo orribile. Tanti anni fa anche lui aveva vissuto l'orrore di una caduta nel vuoto, precipitando da un'impalcatura in un cantiere edile, ma dopo un lungo periodo in coma aveva riaperto gli occhi

 «Era il classico bravo ragazzo, benvoluto per il suo cuore d'oro – ricorda il sindaco di Santadi, Massimo Impera – aveva un bellissimo carattere ed era molto presente nella vita della comunità perché era legatissimo alle nostre tradizioni. Amava il suo lavoro che aveva intrapreso da diversi anni, non riusciamo a spiegarci che cosa possa essere accaduto».

Profonda commozione e incredulità anche dai tanti amici di sempre, che ne ricordano il buon umore, il carattere solare, e la passione per le tradizioni locali.

«Fratellino mio, ne sono certo – ha scritto ieri su Facebook suo fratello Cristian – mi sveglierò presto da questo incubo e ci faremo una risata. Perché altrimenti una parte di me sarebbe morta con te. Niente sarà più come prima». 

L’INCIDENTE – La tragedia si è consumata ieri poco prima delle 9:30, nel pontile sud dello stabilimento: l'operaio, che lavorava per conto di un’azienda d’appalto, la Turismar, è caduto da un'altezza di appena un metro e mezzo, ma forse preso dal panico e appesantito da scarpe antiinfortunistiche e indumenti da lavoro, non è riuscito a nuotare per mettersi in salvo. A nulla sono valsi i tentativi di salvataggio dei colleghi. Il corpo è stato recuperato un'ora dopo dagli uomini della Capitaneria di porto e dai vigili del fuoco per essere trasferito al Policlinico universitario di Monserrato per gli esami autoptici.

LO SCIOPERO – Oggi davanti ai cancelli della raffineria l'assemblea e lo sciopero dei metalmeccanici indetto da Cgil, Cisl e Uil per protestare contro l'ennesima morte sul lavoro. I vertici della Saras, in una nota, spiegano di attendere lo sviluppo delle indagini per ricostruire le cause dell'incidente. Sotto choc il titolare della Turismar, Luca Amendola, che ieri si è recato sul luogo dell’incidente. “Mi hanno spiegato che quando Stefano è finito in acqua gli hanno allungato un tubo per aggrapparsi, hanno lanciato una ciambella di salvataggio – racconta – purtroppo la corrente era troppo forte e l'hanno visto sprofondare per non riemergere più: non è chiaro cosa sia successo. I ragazzi stavano smontando un ponteggio perché i lavori di manutenzione in quel tratto del pontile erano terminati. Gli operai utilizzavano cinture di sicurezza ed era presente come previsto anche il salvagente: attendiamo di conoscere la dinamica dell'incidente”.

L’INCHIESTA – La procura di Cagliari ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, con il pm Diana Lecca che ha messo in calce l'ipotesi di reato di omicidio colposo.

La pm Diana Lecca ha disposto l’autopsia, che verrà effettuata venerdì mattina dal medico legale Roberto Demontis: l’obiettivo è capire se Nonnis abbia avuto un malore che gli ha fatto perdere l’equilibrio o se sia semplicemente scivolato in mare.

(Unioneonline)

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