Si sono rifiutati di sottoporsi alla dialisi per protestare contro la decisione dell'Assl di lasciare "isolato" il reparto di Iglesias.

Poi sono stati convinti a iniziare la terapia, anche perché qualcuno stava già male.

Lo avevano anticipato qualche giorno fa, tramite Annibale Zucca, segretario regionale dell'Aned, associazione emodializzati e trapiantati, e sono stati di parola.

Una decisione forte, considerata l'importanza del trattamento: i macchinari, cui vengono attaccati i pazienti nefropatici per diverse ore, sostituiscono la vitale funzione dei reni, quando non funzionano a causa della malattia. Ciò fa capire che la ragione per la quale gli ammalati siano pronti a rinunciare alla dialisi sia davvero molto importante. La decisione è nata a seguito della conferma (da parte della direzione dell'Assl di Carbonia) che il servizio ospitato al Santa Barbara, non troverà spazio nel presidio di via Cattaneo neppure dopo il trasferimento della Rianimazione: la dialisi è destinata a rimanere isolata nell'ospedale di via San Leonardo e questo, per molti, porterà alla chiusura.

Il primario, a seguito della protesta, ha contattato la direzione Assl, e sul posto sono arrivati anche il sindaco Mauro Usai e l'assessore Angela Scarpa.

Domani pomeriggio Maddalena Giua, direttore Assl, incontrerà una delegazione dell'associazione Aned.

L'INTERVISTA:

LE PAROLE DI SINDACO E ASSESSORE:

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