Chiosco bruciato a Porto Paglia, le lacrime disperate della titolare: «Le mie urla vi accompagneranno»
Lo strazio davanti alle fiamme. Elena Deriu è certa della matrice dolosa: «Avete attaccato il mio sogno, ma io mi rialzerò»«Non è possibile, che dolore grande è questo. Sta bruciando tutto. Perché? Perché?». Piange, urla, si dispera Elena Deriu davanti alle fiamme che stanno distruggendo il suo chiosco sulla spiaggia di Porto Paglia, il Solearia Beach, sul litorale di Gonnesa.
È lei a pubblicare il video di quei momenti terribili, sabato notte, mentre una vita di lavoro finiva in cenere. Lei è certa: quel rogo ha origine dolosa. Escluso il corto circuito, visto che l’impianto elettrico era staccato.
Ora manda un messaggio agli autori del gesto, sui quali nutre qualche sospetto. «Voglio che queste urla vi rimbombino dentro quando pagherete, in qualunque modo il destino vi farà pagare voglio che non dimentichiate mai quelle urla».
L'unica ricchezza «che la vita mi ha riservato era questa, quella che veramente contava per me, la mia intera creazione, l'intera fatica e il sacrificio, l'unica cosa che mi ha fatto credere di valere finalmente qualcosa. Conosco una per una quelle travi cadute davanti ai miei occhi», prosegue Deriu, «conosco esattamente la misura di ogni vite che le ha sorrette, sapevo esattamente quando era il momento di rinfrescare le pareti perché le toccavo, le ascoltavo».
L’imprenditrice fa sapere che «ho amato quel posto dimenticato da tutti, gli ho dato utilità e quella luce che nessuno ha osato dargli andando contro tutti e tutto. E me ne sono presa cura. Chi mi conosce lo sa, non mi serviva altro nella vita se non sapere di essere riuscita a realizzare questo, il mio sogno».
Ma non tutto è perduto: «Le ascolto in continuazione quelle urla, perché so che pian piano faranno sempre meno male fino a non sentirle più perché io mi rialzerò, ne sono sicura. E a voi non rimarrà altro che la cenere addosso, la vostra. Perché non siete degni di quella del Solaria. Che le mie urla vi accompagnino tutta la vita».
(Unioneonline/E.Fr.)