«È nato tutto dall’insulto che Tullio ha ricevuto mentre era alla cassa di un supermercato. Un uomo ha detto al cassiere: “Cambio fila perché non voglio stare vicino a quel finocchio di m…”». Da lì la situazione sarebbe degenerata.

Questo il racconto di Marcello Arienti, compagno di Tullio Cattaneo, scultore bresciano di 72 anni aggredito a Carbonia nei giorni scorsi e ricoverato al Brotzu di Cagliari. Un episodio che secondo il suo racconto sarebbe nato appunto da un insulto omofobo.

Dopo essere stato provocato, ha spiegato Arienti al Giornale di Brescia, «Tullio, infastidito, ha chiesto una spiegazione. Ne è nata una discussione verbale che una volta fuori sembrava finita. E invece Tullio e il signore si sono incrociati ancora, si sono detti qualcosa fino a quando l’uomo è andato via in auto. Al suo posto è sbucato un amico che ha proseguito la discussione. Io mi sono messo in mezzo per calmare gli animi e sono stato colpito con un pugno al volto. Quando mi sono rialzato ho visto che Tullio era a terra. Con gli occhi aperti, ma non parlava».

Cattaneo, dopo l’allarme, era stato portato a Cagliari in ospedale. Dopo essere rimasto in Rianimazione è stato trasferito in reparto, ma potrebbe essere sottoposto a un intervento chirurgico. 

«È stata un’aggressione nata da quell’insulto omofobo», ribadisce Arienti. Aggiungendo: «È vero che a colpirci non è stata la stessa persona, ma un amico. Tullio era infastidito per quella frase che aveva sentito, poi tutto è degenerato in violenza».

Sulla vicenda indagano i carabinieri. 

(Unioneonline)

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