L’intelligenza artificiale nell’Isola è utilizzata dal 5% delle piccole imprese. Ma i posti di lavoro a rischio sarebbero già 71mila.

L’allarme arriva da Confartigianato Sardegna. E anche se le nuove tecnologie possono rappresentare una grande opportunità per le aziende, è necessario gestire il cambiamento in modo prudente. «Se l'intelligenza artificiale verrà sfruttata correttamente – spiega il vicepresidente dell'associazione di categoria Fabio Mereu – consentirà alle imprese di avere prodotti evoluti e con nuove funzionalità. Allo stesso modo l'automazione pende come una spada di Damocle sulle sorti delle piccole medie imprese sarde, che però hanno gli anticorpi. Se il processo non verrà governato correttamente, potrebbe impattare sensibilmente sulle aziende e sugli addetti, causando la cosiddetta “disoccupazione tecnologica” urgente, quindi, rafforzare quel sistema di anticorpi».

Secondo il dossier, nell'Isola, su un totale di 212.670 addetti che operano nelle attività produttrici, solo il 25,1% (71.118 lavoratori) sarebbe a "rischio automazione”. La percentuale arriva al 35,6% nelle imprese artigiane (22.277 addetti su 62.560). Ai dati si oppongono però dodici variabili legate all'innovazione, formazione, creatività e relazione dalle quali dipende il grado di immunità al rischio automazione che renderebbero la Sardegna “immune” al pericolo. Secondo le previsioni nell’Isola l'uomo sarà sempre in grado di vincere sul robot in quelle attività caratterizzate da relazioni interpersonali (turismo, creatività e cultura) e da una elevata diffusione, qualità ed efficacia del sistema formativo e orientamento all'innovazione.

«Il lavoro dell'uomo - conferma la presidente di Confartigianto Imprese Sardegna Maria Amelia Lai - la sua esperienza e le sue capacità, anche manuali, si rendono indispensabili in molti ambiti e filiere produttive, di cui la nostra regione è ricca e rappresenta un'eccellenza: affiancate da un alto livello di formazione, sono filiere che proprio senza l'apporto umano perderebbero la loro unicità».

(Unioneonline/v.f.)

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