Era accusato di violenza sessuale e maltrattamenti familiari ma viene condannato solo per peculato. Questa la sentenza disposta, stamattina in Aula d’assise a Sassari, dal collegio presieduto da Monia Adami, a latere Valentina Nuvoli e Paolo Bulla. Sull’imputato, un 58enne non sardo, pendevano le accuse di aver vessato, dal 2014 al 2020, la zia convivente in un paese dell’hinterland minacciando di prenderla a pedate e impedendole di agire con libertà all’interno della casa.

Secondo le contestazioni l’uomo si sarebbe assentato spesso lasciando l’anziana, nel frattempo deceduta, senza lasciarle da mangiare e bere e senza acqua nel bagno in modo da poter espletare i propri bisogni fisiologici. Si accusava l’imputato poi di aver messo le mani sulle natiche della donna in una circostanza, atto per cui si era ipotizzata la violenza sessuale.

Come scritto il 58enne ha ricevuto sentenza di assoluzione per i capi appena citati venendo però condannato per l’accusa di peculato. Secondo l’imputazione avrebbe usato i soldi della parente, di cui era amministratore di sostegno, per spese che esulavano da quelle necessarie per la zia, come i soldi per il gommista, il gioielliere, il bricolage e altro. A difendere l’imputato l’avvocato Stefano Carboni. Il pm, al termine della discussione, aveva chiesto 5 anni di reclusione.

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