Dopo 25 anni di precariato è ora di dire basta. 15 lavoratori del parco geominerario di Porto Conte ad Alghero - l’Area 4 - chiedono al nuovo governo regionale la stabilizzazione che, per adesso, è un sogno.

«Si continua - riferiscono - a prolungarci il contratto per pochi mesi. Il prossimo scadrà a giugno». E poi di nuovo l’attesa di un futuro senza nome, la Naspi o la paura del licenziamento. Tutto questo nonostante proprio la Regione abbia, nel 2016, approvato la legge 34 che avrebbe dovuto dare un posto fisso ai lavoratori. Ma così non è stato.

«Invece le cose stanno peggiorando - continuano - siamo passati a un subappalto. Questa è per noi una via crucis infinita, in cui veniamo defraudati delle nostre vesti. E sul nostro futuro giocano le cooperative».

Ora chiedono un incontro con la neoassessora regionale al Lavoro Desirè Manca: «Ma non in videoconferenza. Chiediamo che, oltre ai sindacati, sia presente anche una nostra delegazione così da spiegare i nostri problemi».

Che riguardano in tutta la Sardegna, per la tipologia di lavoro, 240 persone, alle prese con spese sempre maggiori mentre cala il reddito. «Ci hanno tolto i buoni pasto e le spese per la benzina. Ma noi veniamo tutti dai paesi e ci dobbiamo fare 120 km in macchina». Una situazione al limite che impedisce ai lavoratori, in gran parte ultra 50enni e 60enni, di poter programmare il domani, visto che le loro buste paga, e i contratti di breve durata, non consentono di ricevere alcun tipo di finanziamento dalle banche ma neppure di comprare gli elettrodomestici a rate.

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