Il porto industriale di Porto Torres diventerà punto di approdo delle navi gasiere della Sardegna.

Quarantasei navi metaniere di piccola taglia faranno da spola ogni anno per scaricare gas naturale liquido nel molo carbonifero di E.On. Il progetto di Snam per realizzare l’unità di rigassificazione, su un mezzo navale stabilmente ormeggiato nella banchina E.On, è stato depositato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase), per l’ottenimento della Valutazione di impatto ambientale.

Gli ambientalisti chiedono le compensazioni per il territorio in cambio dei progetti energetico-industriali nazionali. «Nel perseguire obbiettivi nazionali Porto Torres ha fatto in passato e sicuramente farà ancora una volta la sua parte», sottolinea Giuseppe Alesso, presidente del Comitato Tuteliamo il Golfo dell’Asinara «mettendo a disposizione il proprio territorio per il bene del Paese, pagando un enorme costo ambientale e sociale mai compensato e, per la verità, mai nemmeno reclamato». Secondo il Comitato negli anni la centrale termoelettrica di Fiume Santo ha emesso in aria decine di migliaia di tonnellate di inquinanti. «Pensare che queste emissioni non abbiano avuto alcuna conseguenza sulla qualità della nostra vita è poco realistico», aggiunge Alesso.

«Riteniamo, pertanto, che si debba discutere circa le opportunità e i rischi che le navi gasiere, o un futuro rigassificatore a terra per poter alimentare a gas la centrale di Fiume Santo, possono rappresentare per il nostro territorio». Per il Comitato sarebbe giunto il momento di cogliere l’occasione per discutere le doverose compensazioni economiche «che devono e dovranno essere corrisposte alla nostra città».

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