Tavole da cartaceo trasformate in forma digitale. Ci sono voluti troppi anni e una trafila burocratica lunga e faticosa prima di adeguare il Piano urbanistico comunale di Porto Torres al Piano paesaggistico regionale. Avviato nel 2002, il Puc è atteso da ben 22 anni. «Stiamo cercando di portare a casa non un nuovo Piano, ma uno strumento che è in continuità amministrativa, con l’impegno di portare a compimento un Puc che altri hanno adottato nel 2014. Per evitare di ripartire da zero - come vorrebbe qualcuno - con il rischio di impiegare ulteriori 20 anni prima di arrivare alla sua adozione definitiva, stiamo cercando di adeguarlo rispetto alle 83 osservazioni imposte dalla Regione Sardegna. Un Piano che nel 2014 prevedeva 17 ettari di cosiddette “Zone F” destinate allo sviluppo turistico, mentre questa amministrazione ha incrementato quelle aree portandole a ben 34 ettari, con prospettive di sviluppo maggiori». Ordine e regole da rispettare per il sindaco Massimo Mulas, intervenuto, questa mattina, nel corso della commissione Urbanistica presieduta da Gavino Sanna, in occasione della quale è stata esposta la bozza di adeguamento del Puc alle osservazioni richieste dalla Regione affinché lo strumento possa essere adottato definitivamente. Un passaggio sottolineato dall’assessora all’Urbanistica, Giansimona Tortu. Il responsabile dell’Ufficio di Piano, Mario Cappai ha esposto l’iter di elaborazione e approvazione del Piano, adeguato a nuove normative: in particolare il Ppr entrato in vigore nel 2006, nel rispetto dell’articolo 20-bis, e il Piano di Assetto Idrogeologico divenuto operativo. Quattro le Zone F individuate, a partire da via dell’Industria, via Sassari con ingresso alla ex 131, e altre due zone lungo la circonvallazione. 

Il primo cittadino ha atteso che finissero gli interventi dei singoli esponenti di maggioranza e di opposizione, prima di esporre la propria posizione. «Se partiamo da un punto fermo, dato dall’adozione del Puc, obiettivo di questa maggioranza – prosegue il primo cittadino – nel momento in cui dovessero presentarsi investitori interessati ad alcune zone di sviluppo turistico, sempre nel rispetto delle norme, partendo proprio da uno strumento adottato, potremo ragionare con la Regione su una possibile variante che abbia senso compiuto». Ripartire daccapo, come richiesto da una parte della minoranza, sarebbe un errore secondo la maggioranza. «Ci tengo a sottolineare che sono contrario a ripartire da zero – osserva Mulas – , questo, infatti, comporterebbe un grande spreco di risorse pubbliche e il rischio, tra l’altro, di redigere in futuro uno strumento contenente vincoli più stringenti rispetto agli attuali, sia per quanto riguarda le zone F che attualmente a Porto Torres sono pari a zero e sia, soprattutto, rispetto alle zone C già oggetto di convenzione che verrebbero messe in discussione. Gli stessi “signorini” che parlano di coraggio, per dire che non bisogna adottare il Puc, dovranno precisare a tutti i proprietari e i lottizzanti attenti alle Zone C mancanti che si dovrà ripartire con altre condizioni più svantaggiose e probabilmente decadrà tutto». E aggiunge: «Portare avanti questo Puc significa, invece, che i possibili futuri investitori avranno più certezze e iter più snelli in merito all’approvazione dei propri progetti. L’adozione definitiva del Piano consente di avere una visione che non vada in contrasto con le normative sovraordinate consentendo anche dei margini per promuovere eventuali varianti coerenti con lo stesso. La buona politica – ha concluso il primo cittadino – si basa sul rispetto delle norme e non su ipotesi che se pur appetibili non sono realizzabili. La mistificazione della realtà, infatti, non consente a una bugia di diventare verità». Per Michele Bassu, esponente dell’opposizione: «Se il prodotto che noi andiamo ad approvare è quello confezionato da tecnici, che fanno parte dell’Ufficio di Piano comunale e in parte fanno capo ad enti diversi coinvolti, come la Regione, Provincia e altri, non ci sarebbe bisogno di alcuna approvazione del consiglio comunale», sottolinea «perché è un elaborato tecnico definito da una serie di parametri e vincoli, e mi chiedo dov’è la politica. Quindi chiedo perché non considerare la possibilità di estendere la Zona F4.1, quella più vicina al mare, fino alla zona E1 e Punta di Lu Capottu, zone di sviluppo turistico». L’amministrazione è decisa, però, ad andare avanti sulla strada già tracciata. «Il prossimo passo dell'iter prevede l’approvazione della bozza del Puc da parte della commissione Urbanistica, - precisa l’assessora Tortu – e successivamente l’Ufficio di Piano procederà all’elaborazione dell’impianto definitivo portando a compimento le norme di attuazione per un secondo passaggio in commissione prima dell’approvazione in consiglio comunale. Infine tutta la documentazione verrà trasmessa alla Regione per l’atto di coerenza». 

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