Un altro eclatante episodio nella scuola sarda. Succede a Nulvi: una rivolta dei genitori della scuola primaria e secondaria contro la dirigente scolastica, accusata di immobilismo amministrativo, didattico, mancanza di dialogo e comunicazione oltre a quello di impedire viaggi formativi ad alunni e studenti. I genitori hanno vergato un comunicato.

«Come rappresentanti dei genitori di tutti i plessi dell’Istituto comprensivo di Nulvi esprimiamo amarezza e profondo malcontento per una serie di situazioni incresciose e inaccettabili che si stanno verificando all’interno dell’istituto stesso e che attualmente si è tradotto nel blocco totale di attività programmate e deliberate - comincia il comunicato dei genitori -. Inoltre da tempo registriamo la mancanza di materiale di facile consumo indispensabile per lo svolgimento dell’attività didattica. Tutto questo nonostante siano presenti in bilancio fondi pubblici elargiti dall’Amministrazione comunale. Lamentiamo inoltre grandi difficoltà per interagire con le figure rappresentative dell’istituzione scolastica». 
«Nell'incontro con la dirigente - continua la nota - avvenuto il 5 aprile abbiamo chiesto chiarimenti sull'organizzazione dei viaggi d’istruzione, rilevando forti criticità come appunto la mancanza di materiale di facile consumo e di materiale didattico nei plessi, l’assenza di una lavagna interattiva all’interno di un’aula della scuola primaria, l’impossibilità di interagire telefonicamente con la dirigente e la direzione. Nell'occasione - precisano i genitori - la dirigente ci ascoltato, ha giustificato ritardi e mancanze, attribuendo la responsabilità al direttore dei servizi generali e amministrativi. Impegnandosi ad approfondire la situazione relativa ai viaggi d’istruzione e a ricontattarci il 12 aprile. Ad oggi nessuna risposta è pervenuta da parte della Dirigente. Per questo motivo abbiamo inoltrato una lettera indirizzata alla DSGA, pretendendo risposte, alla quale è seguito l’ennesimo silenzio. Siamo stanchi e insofferenti di fronte ad una situazione che sta bloccando il percorso di crescita dei nostri figli - continuano - che non consente loro di sperimentare esperienze e attività in un’ottica di crescita e formazione».

Quindi la stoccata finale. «Da tre anni  l’immobilismo regna sovrano, è mortificante constatare che ai nostri ragazzi venga impedita la partecipazione ad iniziative e progetti che potrebbero contribuire allo sviluppo della loro personalità, come i viaggi di istruzione. Soppressi arbitrariamente. Non siamo perciò più disposti ad accettare giustificazioni legate ad impedimenti burocratici, a procedure amministrative e tanto meno ad un rimbalzo di responsabilità da una figura all’altra». 

© Riproduzione riservata