Una struttura piegata sino a terra con tabellone senza canestro, un cancello con una sola anta, sporcizia un po' dovunque. E tante scritte e disegni di writers che non solo “decorano” il muretto confinante coi giardini di via Venezia, ma anche il lato lungo del PalaSantoru e persino l'edificio dove – ironia della sorte- sono alloggiati gli uffici comunali del Settore Politiche Educative. Benvenuti in quello che dieci anni fa veniva orgogliosamente inaugurato come il primo playground di Sassari. Il primo di molti secondo i progetti dell'allora Giunta Ganau.

Diventato da subito il campo all'aperto e gratuito più frequentato, ha avuto però attenzione sempre più scarsa da parte dell'amministrazione comunale col passare degli anni, tanto da diventare la sera un ritrovo per giovani che vanno a ubriacarsi, come testimoniano non di rado le bottiglie abbandonate. Il canestro è inutilizzabile da almeno due mesi e le scritte si sono moltiplicate vista l'assenza di controlli e manutenzione. 

Eppure basterebbe mettere una telecamera al primo piano degli uffici comunali per scoraggiare i vandali. Certo è che l'immagine ha ben poco di educativo ed è una beffa per una città affamata di spazi sportivi liberamente frequentabili, che non può certo essere soddisfatta con la concessione in gestione all'Uisp dei due playground di Sant'Orsola.

Vista la crisi economica sono sempre di più le famiglie che hanno difficoltà a pagare la retta alle società per far praticare sport ai propri figli. I playground ad accesso libero e gratuito, non solo per il basket, ma anche per pallavolo, pallamano e tennis, sarebbero un prezioso aiuto per i giovani e le famiglie.

© Riproduzione riservata