Un Consiglio comunale aperto, con i vertici Sogeaal e le massime cariche istituzionali. Lo chiedono i gruppi Udc e Riformatori Sardi, in allarme per lo stato di crisi che potrebbe presto portare la società di gestione a ricorrere agli ammortizzatori sociali, con la richiesta di cassa integrazione o dell’applicazione dei contratti di solidarietà per tutto il personale dipendente. 

Risolti in zona Cesarini i problemi legati alla continuità territoriale, restano in piedi i problemi economici.

I consiglieri comunali Christian Mulas e Alberto Bamonti sono convinti che le responsabilità siano da distribuire su più soggetti, «compreso un nostro mea culpa. Infatti, se la privatizzazione poteva anche essere un passaggio da approvare, questa andava definita con una presenza più solida e strutturata dei maggiori enti privati e pubblici del nord ovest Sardegna», dicono i due rappresentanti della maggioranza. «Di sicuro, nonostante i vari proclami e le attese rispetto ad una società che fa capo ad un fondo di investimenti partecipato dallo Stato, non ci sono state le paventate e proclamate straordinarie ricadute positive che ci sarebbero dovuto essere. Anzi, a fronte di una stagione record (con +68%) e di un mese di gennaio altrettanto positivo, assistiamo attoniti alla richiesta degli ammortizzatori sociali verso i dipendenti da parte della Sogeaal». Un atteggiamento che, sempre a sentire i due consiglieri, «lascia a dir poco perplessi, se non preoccupati».

Mulas e Bamonti, inoltre, si domandano che fine abbiano fatto i propositi di restyling della sala arrivi del terminal o il progetto dei parcheggi multipiano. «Non vorremmo, come anche già emerso in alcuni commenti di importanti rappresentanti del territorio, che la Sogeaal voglia cavalcare una generale condizione di smarrimento generalizzato e ancora di più presente nel Nord Ovest dell'Isola, per attuare delle scelte non adeguate, più privatistiche che pubbliche, e contrarie allo sviluppo e benessere di tutti». 

L’Udc e i Riformatori chiedono ora ai parlamentari sardi e ai consiglieri regionali del territorio di intervenire in maniera definitiva, «facendo chiarezza su quelle che sono le azioni da attivare, anche nell'immediato, al fine di evitare un pericoloso tracollo che trascinerebbe nel baratro gran parte della Sardegna». 


 


 

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