Un giorno della fine di maggio Francesca Deidda  aveva chiesto al titolare di potersi allontanare prima della fine dell’orario di servizio. Quella è stata l’ultima volta che i colleghi l’hanno vista: la quarantaduenne non è mai più tornata nel call center della società finanziaria, con sede a Cagliari, per il quale lavorava. 

Il giorno dopo era arrivata una comunicazione a suo nome, a quanto pare depositata anche nel sistema informatico dell’Inps: risultava che avesse rassegnato le dimissioni. 

Stando ad alcune testimonianze, però, il comportamento di Deidda sarebbe suonato strano alle colleghe. Qualcuna di loro le avrebbe inviato anche alcuni messaggi su Whatsapp. Le risposte arrivavano, rassicuranti, ma laconiche. E poco convincenti. 

Tanto che una, insospettita, nel chiedere per l’ennesima volta come stesse, avrebbe aggiunto che anche un’altra di loro avesse deciso di licenziarsi. C’era un nome, in quella comunicazione. La replica arrivata dal telefono della quarantaduenne, stando a quanto trapela, sarebbe stata qualcosa tipo: «Mi dispiace, come mai?». Ma con quel nome, di colleghe d’ufficio, non ce n’erano. Da qui i sospetti. E le paure.

Che oggi hanno trovato le prime, terribili conferme: gli inquirenti hanno fatto sapere che Igor Sollai, 43 anni, usasse il telefono della moglie, per tranquillizzare amici e parenti. Quando secondo gli inquirenti era già stato commesso il delitto: per la Procura Francesca Deidda è stata uccisa e il suo corpo è stato nascosto.    

(Unioneonline/E.Fr.)

© Riproduzione riservata